L’Angelica piovuta dal cielo

Angelica di Boemia, Angelica domestica, Erba degli angeli, Ceciel, Bragosse selvadeghe, Angelica odorata, Mala erba, Angelica… in qualsiasi modo vogliate chiamarla, il risultato sarà sempre lo stesso: una grande pianta coltivata o spontanea, erbacea, biennale che arriva a oltre un metro e mezzo.

Le sue foglie sono alterne, a segmenti, con il margine dentellato; ha le terminali con 3 lobi.  I fiori dell’Angelica (o Arcangelica) sono di un verde giallognolo, raccolti in ombrelle composte. Involucro pari all’ombrella, a 3-5 foglioline. Cinque denti per il calice. Cinque petali, ellittici e curvi all’interno. Carpelli a 5 coste. Tutto sembra ricondurre al numero Cinque dunque! Associato all’atto di sperimentare, alla conoscenza concreta dei fatti, del cambiamento… e nella mitologia greca associato ad Hermes che guidava i trapassati nel regno dei morti.

Qualche studioso sostiene che masticare la radice di Archangelica assicuri la longevità e di sicuro il suo nome ci porta a crederlo. I medici del Rinascimento soprannominarono questa pianta Angelica “Radice dello Spirito Santo” per le sue straordinarie proprietà curative verso le malattie più gravi. Anche nella magia come per spezzare incantesimi o liberare i fatturati o negli esorcismi l’Archangelica era utilizzatissima.

Paracelso un grande medico e grande ermetista ci narra che, durante la peste del Cinquecento, moltissimi italiani si salvarono grazie alla polvere di Angelica mescolata al vino. Erba che esalta la pace ed elimina l’agitazione, il suo odore leniva il mal di capo e la depressione. In Lapponia addirittura si usava posare una corona di Angelica sul capo per ritrovare la perduta ispirazione.

È detta Angelica Arcangelica, perché considerata una pianta venuta dal cielo e dagli angeli. Fiorisce tra giugno e agosto e la sua potenza terapeutica è maggiore quando domina il sole, il leone, il cancro e venere. 

Varie sono le possibilità di impiego di questa erba miracolosa, sia usata come semplice infuso sia elaborata in particolari ricette specifiche, atte allo scopo di favorire il vostro lato passionale.

Ottimo, ad esempio, il “Vino tonico”, preparato lasciando macerare per una settimana, in un litro di vino rosso 30 grammi di radice di Angelica e 20 grammi di radice di Genziana. Se bevuto in dose di un bicchiere da marsala all’inizio del pasto conferisce vigore e  buona digestione. Leggenda narra che Annibal Camoux, che morì a 120 anni, masticasse ogni giorno radice di Angelica. Molto gradevole al gusto e, quindi, gradito alle signore il Liquore di Angelica che si prepara con:

    • Steli verdi di Angelica 45 grammi
    • Acquavite 1 litro e 250 cc.
    • Acqua 750 cc.
    • Zucchero 1 Kg.

E per chi non lo sapesse l’Angelica è molto utilizzata anche nell’industria profumiera attraverso il suo olio di radice, i suoi semi e parte del fiore stesso. L’Angelica ha una nota di testa molto forte che si percepisce subito all’olfatto, ma assieme a questo componente ha anche in sé note di cuore e di base. Se l’olio essenziale è estratto dalla radice il suo odore sarà legnoso, speziato, con una nota di torba; se estratto dai semi sarà simile a quello dell’anice.

 FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO ANGELICA:

Nuit Etoilée di Annick Goutal; John Galliano Eau de Parfum; Charles street di Mark Birley; La Prairie by Life Threads; Sexy Angelic di Honore des Pres; Ariel di Sammarco Perfumes; Casbah di Robert Piguet; London Rain & Angelica di Jo Malone.

Il profumo di San Valentino

Siete ancora a corto d’idee per un bel regalo di San Valentino? Oppure siete ancora indecisi su come prepararvi al top per il giorno più romantico dell’anno? Dedicherò un piccolo post oggi all’odore che avrà questa giornata, tra fiori, cioccolato ed altro, vediamo come rendere tutto più romantico!

Che sia per un regalo o per voi stesse, il primo consiglio che vi presento è Red Roses Cologne di Jo Malone: quale fiore può rappresentare meglio questa festa? La rosa ovviamente, e obbligatoriamente rossa, sentirla col naso prima che con gli occhi è prerogativa di  questa fragranza: un mix delle sette varietà di rose più profumate, con foglie di violetta ed un sentore di limone, un profumo che crea nella nostra mente la sensazione di un mazzo di fiori freschi.

Passiamo a Bubblegum Chic di Heeley!  Da spruzzare la mattina, il pomeriggio e la sera per una romantica cena. Il profumo rispecchia una donna passionale, esplosiva  e femminile che non passa inosservata . Parliamo dell’Extrait de Parfum con assoluta di Gelsomino. Heeley è riuscita a dare intensità e consistenza all’impalpabile essenza del gelsomino rendendolo con un’alta concentrazione. Il risultato è una fragranza che ricorda la dolcezza e a tratti sottili l’aspro della fragola!

Cosa c’è di più romantico  e sensuale di… un massaggio ovviamente! E allora vi presento CLOSE TO YOU di Lush, un olio solido per un massaggio di coinvolgente aroma alla vaniglia equosolidale, dolce ma non troppo. È pieno di burro di karité e olio d’oliva per idratare a fondo la pelle, più un pizzico di amido di mais per carezze morbidissime che non dimenticherete facilmente!

A proposito di massaggi, bisogna pensare anche all’atmosfera. Per questo vi propongo la Candela Massaggio Firmata Officina Profumo Farmaceutica Santa Maria Novella,  è un trattamento di bellezza a base di oli vegetali purissimi e pregiati burri emollienti per riprendere il valore terapeutico delle ricette a base di ingredienti naturali ed erbe. Si accende come una normale candela e quando la cera è fusa si versa  nelle mani e si utilizza  come un olio da massaggio. Il lucignolo è ecologico ed è realizzato in puro cotone e carta. Non subendo alcun trattamento di tipo chimico assicura ottime qualità di combustione.  Una cosa importante è che non vi brucerete mai: il punto di fusione avviene alla temperatura corporea.

Parlando di odori, di fragranze, parlando di puro astratto, parliamo di Laine de Verre di Serge Lutens è una fragranza immateriale, un “metallo vegetale”. Laine de verre “Lana di vetro” racchiude un accordo spezie-muschio-fiori dove il muschio si spande sulle fresche note metalliche e l’accento floreale ricorda la calda, avvolgente sensazione del cashmere. Detto da Lutens: “Una fragranza morbida e affilata che evoca schegge di vetro avvolte in un pullover di cashmere”.

 

Improvvisamente Imprevù

Immaginate uno di quei giorni in cui vi sentite veramente fortunati? A me è bastato poco: una mattina grigia, la mente in cerca di qualcosa e poi, passeggiando, imbattersi nell’incontro più imprevedibile che potessi sperare. Un Tête-à-tête con una fragranza storica imbottigliata negli anni ’60 e mai uscita dalla confezione: Imprévu di Coty. Ne avevo spesso sentito parlare e  letto a riguardo, ma mai avuto la fortuna di sbatterci il naso.

Vi assicuro che la location ha amplificato l’emozione del piccolo tesoro scoperto, una vecchia e minuscola profumeria della mia città straripante di fragranze vintage e bigiotteria singolare. La signora che mi ha accolto poteva essere una piccola regina Elisabetta II “Ho questo negozio da cinquant’anni!” mi ha detto orgogliosa.

Ma torniamo al protagonista Imprévu. Questo femminile coriaceo-legnoso-chyprè del 1965 è senza precedenti, unico e sorprendente sotto tanti punti di vista. Avevano ragione quando all’uscita del profumo veniva promesso: “Al di là di tutte le aspettative!” Il momento in cui Imprévu è stato introdotto è fondamentale, la casa Coty era passato attraverso le Symplegades, la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale.

Esplora diversi temi di un tempo e lo fa con eleganza inconfutabile: dal sentore aldeidico potenziato dagli agrumi croccanti (bergamotto e arancio amaro); l’apertura tipica di Coty è Chyprè (più fresco e nel complesso un po ‘più piccante), passando per il leggermente coriaceo (cuoio) cuore, terminando la strada fino alle conifere che si nascondono sotto i fiori astratti (tra i quali emerge il Garofano).

Premesso questo, ho finalmente aperto il flaconcino dall’aspetto retrò, è un 42 ml. Questo chypré ha un che di felino, come se possedesse artigli. Più agile di una donna gatto in una tuta di pelle attillata dal sapore però di un piccolo gattino con un collare e campanello.

Già dalla prima annusata l’intera vicenda prende corpo con un bacio al bergamotto, arancio amaro e cedro, a contrasto un sentore piccante e una nota di pelle che è deliziosa. Questa colonia tradizionale approfondisce l’odore di resine conifere, ombroso muschio di quercia entra in gioco dandogli un tocco boscoso, ma anche di erba fresca leggermente dolce. I fiori si trattengono un po’, sento un lieve tocco di sapone/ garofano cremoso e non c’è molto altro da rilevare in questo momento. E sotto questa schiera di odori del colore dello smeraldo sofisticato ci ritroviamo con un sublime e asciutto fondo di chiodi di garofano estremamente discreto e tabacco con un tocco di muschio.

Non c’è che dire sono rimasta stregata da questa fragranza. Mi fa pensare ad una donna elegante, sofisticata ma allo stesso tempo leggera… che cammina a piedi nudi su un manto d’erba sorseggiando un calice di vino, invasa da uno sguardo deciso e sensuale.  Insomma Imprévu è decisamente un viaggio da intraprendere, se aveste la possibilità di trovarne qualche esemplare vintage (perché la produzione si è fermata nel 1990) vi consiglio vivamente di comperarlo, ne vale la pena!

Shaman: purifichiamoci con il profumo

Non è una fragranza per il corpo, non è una candela e neppure un incenso, è Shaman l’ultima creazione di casa Jardin d’Ecrivains.

Shaman In realtà non è altro che la pregiata Salvia Bianca del deserto della California, si tratta di un prodotto completamente naturale.  Quasi sconosciuto alla maggioranza delle persone. Gli sciamani, negli antichi rituali di purificazione, lo utilizzavano spandendo volute fumose nell’aria per scacciare le energie negative ed il cattivo umore.

In questa versione Shaman è anche qualcosa in più, infatti si ispira alla Beat Generation e all’opera più significativa di Jack Kerouac “On the road” . Il naso Anais Biguine, creatrice della maison Jardins D’Écrivains, si è ispirata a questo nel realizzare un’inedita ed anticonformista proposta pour la maison.

Nella tradizione tramandata fino al giorno d’oggi, gli Indiani d’America affidavano ai fumi di queste foglie auguri e guarigioni, evocazione di forze naturali e benevole, per ritrovare quell’armonia e quell’equilibrio che ci rende parte dell’universo in un’atmosfera di meditazione.

Il funzionamento è molto semplice.

Basta bruciare due o tre foglie in un posacenere, accendendole con un fiammifero, poi soffiare delicatamente per alimentarne le braci, per liberare in bianche e dense volute, simili all’incenso. Una fragranza legnosa, erbacea, aromatica ci guida in un mondo di sovranità e spazi senza confine giungendo a Madre Natura e il Grande Spirito.

Non c’è dubbio che Shaman si presenta in modo affascinante, pensare di poter ritagliare uno spazio parallelo per un’atmosfera intensa, in casa propria lo rende ancora più oggetto di desiderio. Potrete trovarlo nelle profumerie specializzate nel raffinato packaging in total black ed un fiocco annodato a mano.

La confezione contiene circa 50 gr di prodotto, necessari per almeno 50 fumigazioni.

GAROFANO: IL FIORE CHE CURA IL CUORE

E’ un fiore, un’essenza, un ricordo, una cura e un odore. Il Garofano, il fiore più discreto che ogni giorno può capitarci sott’occhio senza invadere la nostra vista. Ma se solo aprissimo le narici verso i suoi petali, scopriremmo un odore antico che sa di leggende e d’amore. Scopriremmo anche che divertendosi si nasconde in una miriade di prodotti che utilizziamo e, inconsapevolmente, lui ci accompagna ogni volta.

Siamo abituati a vederlo all’occhiello ma siamo anche avvezzi ad associarlo al dolore, alla morte. Questo fiorellino ci sorprende tante sono le sue versioni.

Il Garofano o Dianthus, dal greco “fiore degli Dei”, appartiene alla famiglia delle Caryofyllaceae. Il genere abbraccia oltre 300 specie di piante erbacee e cresce nelle zone più temperate del mondo.

La leggenda narra che un giovane pastore si innamorò della dea Diana (Dea greca della caccia), che dopo averlo abilmente sedotto lo abbandonò. Incapace di rassegnarsi, il giovane folle d’amore pianse fino a morirne e dalle sue lacrime cadute a terra nacquero dei meravigliosi fiori, i garofani. Per questo il fiore viene immediatamente associato al dolore ed alla morte, anche nella tradizione cristiana, secondo la quale il garofano si originò invece dalle lacrime versate da Maria alla morte del figlio e cadute in terra.

L’odore del garofano è delicato e pungente, molto femminile e dalla persistenza discreta. Viene utilizzato persino in cucina, ad esempio, i suoi petali possono decorare i piatti con il loro aspetto elegante, ma anche costituirne cibo. Infatti i petali sono commestibili e possono arricchire di colore e originale sapore il piatto, a condizione che i fiori utilizzati non siano stati chimicamente trattati in precedenza.

Ovviamente è spesso usato in profumeria per l’ispirazione orientale, l’essenza assoluta di garofano viene estratta dai fiori di Dianthus mediante utilizzo di solvente. L’essenza assoluta di garofano è un liquido molto denso, dal colore verde-bruno e dall’aroma erbaceo e floreale molto intenso. Numerosissime composizioni di fragranze contengono essenza di garofano, alleggerisce il bouquet floreale e lo rende più femminile.

FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO GAROFANO:

Vitriol d’Oeillet di Serge Lutens; Jaipur bracelet de Boucheron; Baiser Volé di Cartier; Dianthus di Etro; Fleur de Louis di Finmark; Vintage gardenia di Jo Malone; L’air du Printemps di Nina Ricci; L’hetre revé de Nez-à-nez.

NOTE DI CUORE: COFFEE, CAFÈ, CAFFÈ!

“Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro.”

Eduardo De Filippo, in Fantasmi a Roma, 1961

Eduardo non aveva poi tutti i torti. Secondo un’indagine dell’Università di Coventry la caffeina stimola il sistema nervoso scatenando effetti benefici su pelle e ossa, oltre a stimolare la potenza muscolare, regalare una buona dose di buon umore e di energia in più. Ma da dove deriva tutto questo? Oggi scopriremo da dove ha origine il caffè!

Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, all’interno di questo genere sono state identificate circa 100 specie, ma le specie più importanti per la nostra economia sono tre:

Coffea arabica, la più antica

Coffea canephora (sin. Coffea robusta), la più coltivata

Coffea liberica

La derivazione è dall’arabo qahwa: identificava il succo estratto da alcuni semi che veniva consumata come bevanda di colore rosso scuro, il quale, una volta ingerito, provocava effetti eccitanti, utilizzato anche come medicinale. Oggi, la parola araba sta  precisamente per Caffè.

La leggenda dice che un pastore di nome Kaldi pascolava capre in Etiopia. Un giorno le bestiole trovando una pianta di caffè cominciarono a mangiarne le bacche e le foglie.  Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con un’energia mai manifestata. Vedendo questo il pastore capì la ragione e abbrustolendone i semi, poi li macinò e ne fece un’infusione ottenendo Caffè!

Quindi ora vi è facile intuire perché anche solo l’aroma del caffè ci infonde – attraverso i recettori olfattivi – un messaggio di dinamicità e al contempo lo associamo ad una sensazione piacevole, quella che lenisce il risveglio per la maggior parte delle volte, traumatico. Associamo mentalmente ormai il caffè ad una pausa dallo stress, una pausa per stare in compagnia, il caffè ha la funzione (per esempio nei luoghi di lavoro) di poter socializzare o perché no, di conoscere nuove persone. Questa bevanda è talmente radicata nella nostra quotidianità e cultura che ci sono centinaia di associazioni mentali che il suo solo odore può scatenare.

La caffeina ha effetto stimolante sul sistema nervoso e su quello cardio vascolare e in cosmesi viene utilizzata per preparare prodotti anticellulite, snellenti e tonificanti per il corpo e cosmetici anti-age per il viso e per il contorno occhi. Per la profumeria gli esperti dicono che l’aroma del caffè ha circa 5000 diverse sfumature e combinazioni olfattive difficili da copiare. In profumeria le note di caffè hanno fatto il loro ingresso con l’arrivo nella moda delle fragranze orientali e quelle gourmet.

Qualche esempio?

Black Opium di Yves Saint Laurent, A*Men Pure Coffee  di Thierry Mugler, Coffee Break di Maison Martin Margiela, Ristretto Intense Café di Montale, Velvet Rouge  di Arte Profumi, Café Tuberosa di Atelier Cologne, Black Afgano di Nasomatto.

Il grande dilemma: Eau de Parfum o Eau de Toilette?

Non fu solo Amleto ad avere dilemmi irrisolti…

Vi è capitato mai di essere in profumeria e chiedervi qual è la differenza sostanziale tra le varie tipologie di fragranze? Di essere indecise su quale acquistare della vostra preferita? Oggi chiariremo le differenze e le particolarità di un Eau de Toilette, Eau de Parfum, Parfum e Cologne.

Innanzitutto è importante mettere in luce immediatamente che le differenze tra le quattro categorie è puramente per concentrazione di oli essenziali contenuti nel solvente.

Parlando di Eau de Toilette si ha una concentrazione tra il 5% e il 10% di essenza. La miscela è composta inoltre dall’acqua che conduce le molecole odorose ed ovvviamente dall’alcohol.

Nell’Eau de Parfum parliamo invece di un 15-20% circa in alcohol a 90° (la composizione più verosimile all’immagine odorosa che ha avuto il naso compositore)  e poi abbiamo il Parfum con la concentrazione più alta di materie prime il 25-35% in alcohol a 95° oltre alla concentrazione, si ha un odore molto più intenso e di conseguenza anche più persistente.

Parlando di Colonie invece si parla di freschezza, la sua concentrazione si aggira all’1-2% , è ideale per il dopo doccia o semplicemente per non sentirsi appesantiti d’estate o per chi preferisce una bassa persistenza addosso.

Non vi resta quindi che scegliere il vostro profumo anche all’uso che deciderete di farne. In base alla concentrazione e quindi alla persistenza, ci sono momenti e situazioni ideali per usare le nostre fragranze.

L’Eau de Parfum per esempio, avendo un’alta intensità,  fa emergere la nostra presenza  marcatamente resistendo sulla pelle anche 6-8 ore; è indicato per la sera o nel tempo libero quando non siamo costretti ad essere circondati da molte persone che potrebbero non gradire una persistente presenza aromatica. L’Eau de Toilette invece è indicatissimo per il giorno, per andare a lavoro, per lo svolgersi di ogni nostra giornata indipendentemente da quello che andremo a fare. La sua persistenza è di circa 3-4 ore. Va fatto presente anche il fatto che dipende moltissimo dal nostro pH della pelle, come cambia la fragranza e per quanto tempo possiamo avvertirla, quindi la scelta dipende anche da questo fattore.

Avete mai fatto caso al fatto che la stessa fragranza in versione EDT, EDP e Parfum cambia leggermente? Questo dipende dalla decisione di rendere più leggeri o più intensi gli accordi, di far emergere di più questa o quella nota. Interessante vero?  Non vi resta che entrare in profumera e sperimentare su qualche mouillette, ad ognuno la sua fragranza! 😉

FOCUS SULLE FRAGRANZE DA SPERIMENTARE NELLE DIFFERENTI VERSIONI EDT, EDP:

n°5 di Chanel; For Her di Narciso Rodriguez; Shalimar di Guerlain.

Oud, le mille e una nota.

“Apriti sesamo!” 

Esclamava Alì Babà per aprire la caverna che conteneva ricchezze e tesori. Apriti sesamo era nient’altro che una formula magica  connessa probabilmente, in origine, con la credenza in un potere magico posseduto dalle piante di sesamo. Chissà se nella caverna di Alì Babà c’era anche l’dore preziosissimo del quale tratteremo oggi… una cosa è certa, oggi è veramente considerato come un tesoro. Parliamo dell’OUD.

Una leggenda narra che il paradiso sia pervaso dall’aroma del legno di OUD … sulla terra, l’OUD spande un profumo potente dalle venature legnose e fumè.

L’OUD, o Agarwood, è la parte legnosa che ricopre il midollo all’interno del tronco degli alberi di Aquilaria. Ha un aspetto resinoso ed è il frutto di un’infezione da parte di muffe dell’albero stesso, in quanto va a produrre una resina aromatica scura che si incorpora nel durame (la parte legnosa che ricopre il midollo).

L’OUD è divenuta negli ultimi anni la protagonista di tutta una tendenza, specialmente per quanto riguarda la profumeria. Normalmente infatti viene usata per produrre incenso e fragranze, la sua essenza legnosa e calda emana tonalità molto selvagge e sensuali ed è notoriamente costosissima in quanto le risorse naturali sono in estinzione.

L’OUD fa sentire la sua presenza per quando riguarda le note di fondo, viene miscelato con fiori e note fruttate per regalare l’immagine olfattiva del mondo Arabo. Solitamente viene usate per fragranze molto decise, quasi sempre da uomo, nell’ultimo anno invece si è implementata la sua presenza per quanto riguarda le fragranze femminili… ed è diventata una star! Moltissimi noti brand hanno adottato l’OUD e ne hanno fatto una presenza lussuosissima.

In realtà nel suo passato, ed anche oggi in determinate miscele, veniva utilizzato per i disturbi del sonno: attraverso le fumigazioni degli incensi il corpo si rilassa e la mente si distende. Il suo aroma caldo, scuro e balsamico era tra i più amati in Egitto. Questa resina fra l’altro era uno degli ingredienti del famoso Kyphi, il misterioso profumo di seduzione di Cleopatra (se non avete letto il Post di qualche mese fa, ce n’è uno dedicato proprio a questa fragranza). Chissà se sia proprio per questo che oggi sia tornata così in voga!

FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO OUD:

“Luxor Oud” di Memo; Colonia intensa Oud di Acqua di Parma; Al Oud de L’Artisan Parfumeur; Oud for Love di The different Company; Oud Wood di Tom Ford; Leather Oud di Christian Dior; Ensar Oud di Oriscent; Oud Al Khaloud Attar di Amouage; C for man di Clive Christian; Pure Oud by Kilian; Les Nombres D’Or OUD di Mona di Orio; Eros di Peccato Originale; Terrifyc Oud de Terry De Gunzburg.

L’INVERNO IN UN’ESSENZA: L’EUCALIPTO.

E’ l’attimo in cui si apre la finestra di primo mattino, in un dicembre  ghiacciato; l’attimo prima che cada un fiocco di neve e tutti gli attimi successivi con migliaia di bianchi respiri; è l’attimo in cui usciamo da un caffè avvolgendoci nella sciarpa ed apriamo le narici: velocissimo un odore pungente si fa strada nel naso e spalanca le porte ad un brivido. Freddo.

Vi capita mai di pensare all’odore dell’aria invernale? Automaticamente potremmo associarlo ad una sensazione di freschezza, di pulito, di menta, di abete… quindi di natura ed allo stesso tempo in contrapposizione abbiamo la sensazione di calore immediatamente successiva a quella di gelo. Il calore del fuoco, delle sensazioni che associamo al Natale e quindi all’inverno. Ho pensato a tutte queste cose annusando l’aria fredda di primo mattino e vi propongo una ricerca interessante.

In profumeria, in erboristeria, in farmacia l’effetto che abbiamo da una folata fredda nel naso possiamo averlo con determinate erbe o sostanze di sintesi. Io personalmente per ricreare il mio piccolo inverno artificiale mi riferisco all’Eucalipto. Oggi si parlerà di lui.

Si tratta di piante arboree sempreverdi originarie dell’ Oceania, quello che andremo a conoscere è il suo olio essenziale e le foglie. I principi attivi racchiusi nelle foglie, che vengono essiccate e conservate per poi ottenere infusi oppure per uso esterno con suffumigi.

L’olio essenziale di Eucalipto viene ottenuto per mezzo di Distillazione in Corrente di Vapore dalle foglie e rami, si caratterizza per il suo profumo fresco ed erbaceo, utile per purificare gli ambienti da Virus e Batteri.

L’Eucalipto veniva anticamente utilizzato dagli aborigeni australiani che ne masticavano le radici per sfruttare  il contenuto in acqua, perché questo albero è noto per il suo considerevole fabbisogno di liquidi. Il nome eucalipto deriva dal greco e significa “ben nascosto”, poiché i petali nascondono il resto del fiore. L’utilizzo di olio essenziale di Eucalipto spazia dal poterlo vaporizzare negli ambienti o in preparati per aerosol, indicato per fluidificare ed eliminare le secrezioni bronchiali, come trattamento della febbre e asma, può considerarsi una sostanza provvidenziale!

Dall’eucalipto si ottiene l’Eucaliptolo: un liquido oleoso incolore, che odora di canfora e dal sapore pungente, si prepara sinteticamente o per distillazione frazionata dell’olio dell’albero. Sappiate che l’Eucaliptolo è componente fondamentale di moltissimi unguenti e balsami lenitivi, soprattutto per i vostri piedini stanchi!

Vi è mai capitato di aprire un flaconcino di olio essenziale di Eucalipto? C’è un’immediata sensazione di benessere, una leggerezza che poche volte possiamo percepire… la stessa leggerezza di un fiocco di neve. Trovo un sottile collegamento tra il freddo e l’Eucalipto, due cose estremamente diverse come materia ma aventi lo stesso effetto.

In Aromacologia sottile si può dire che l’olio essenziale di EUCALIPTO:*

  • Aiuta a equilibrare l’alto e il basso, la mente e il corpo attraverso il lavoro profondo che   esplica sul plesso solare e sulla respirazione.
  • Aiuta a concretizzare e alla creatività
  • Aiuta ad equilibrare le responsabilità del mondo in armonia con le aspettative del cuore
  • Da PACE E LUCIDITA’
  • Aiuta la concentrazione
  • “Vivo concretamente, quindi agisco qui e ora”

Anche questa essenza può aiutarci nel nostro piccolo e personale quotidiano; ecco perché tantissime delle fragranze in commercio hanno nella loro composizione questa nota. In profumeria l’olio di eucalipto di odore aromatico gradevole contiene ca. il 70% di Eucaliptolo.

 

FOCUS SULLE FRAGRANZE CONTENENTI EUCALIPTOLO e NOTE BALSAMICHE:

“Ninfeo Mio” di Annik Goutal; “Acqua Attiva Ice” di Collistar; “Acqua Decima” de Eau d’Italie; “Herba fresca” de Guerlain Acqua Allegoria; “Tipo 8A” e “Tipo 8B” di Isotta Fraschini; “White Jasmine & Mint” di Jo Malone; “L’été en douce” de L’Artisan Parfumeur.

Alla prossima! 

*This content is taken from: http://www.miglioriamoci.net/

Peccato di… naso. Intervista a Silvia Monti di Peccato Originale

Davvero piacevole passare la Domenica mattina all’insegna degli odori, ancor meglio se si parla di Profumi, proprio così ieri mattina si è svolto il percorso olfattivo di Peccato originale: all’insegna della creatività e del solletico nelle narici. Gentilmente ospitati dal salone di bellezza Erresse Profumi e Bijoux, una piacevole scoperta nella mia città devo dire, un piccolo angolo di paradiso profumato e non solo: abbiamo una selezione accurata della profumeria artistica e della cosmesi. Qui si è svolto un incontro ravvicinato con la mente di Peccato originale attraverso la quale abbiamo potuto vivere le stesse sue emozioni e le stesse visioni sulle fragranze; un po’ come un viaggio sensoriale che attraversa i suoi continenti olfattivi ed è profondamente interessante conoscerne il concepimento e tutte le istantanee sui personaggi incontrati che vanno a costituirne il vero ricordo, in questo caso un potpourrì di insolite note e riusciti accordi.

Vi assicuro viverle di persona è il miglior modo di poter capire queste fragranze dal cuore antico e l’involucro assolutamente volto alla sperimentazione. Silvia Monti ci avvicina al suo mondo con un’assoluta semplicità, le sue parole sono naturali ed evocative allo stesso tempo. Trattando su Ficcanasando di esperienze olfattive di ogni genere, privilegiando il punto di vista del naso e il suo complicato e profondo rapporto con la mente ho finalmente potuto rivolgere a Silvia qualche domanda sulla sua esperienza personale con il mondo degli odori.

credits to: RestoDelCarlino Romagna

– Qual è il tuo primo ricordo di odore d’infanzia?

“Il primo ricordo di odore che ho è di una lozione per capelli. Sì mia madre aveva una folle paura che perdessi tutti i capelli, perchè da piccolina circa sei o sette anni ne avevo molti meno, così si rivolse ad un conosciuto farmacista che aveva questa lozione anticaduta. Mia madre s’informò se potesse andare bene anche per la mia età così mi sottoponeva a questi trattamenti con questo preparato che veniva da Parigi.”

– E di cosa odorava questa lozione?

“Beh sicuramente usarono la Rosa per camuffare il resto del composto chimico, mi ricordo questa forte nota di Rosa e una base alcoholica altissima. Così ricordo che terrorizzata mi frizionava ripetutamente con questa cosa che io odiavo sinceramente!”

– Quindi in questo caso l’odore è legato ad un ricordo forse poco piacevole, tua madre era una farmacista quindi?

” No, no, la famiglia di mio marito da generazioni era nella farmacia. Io per un caso fortunato ho studiato farmacia perché inconsapevolmente fin da piccolina adoravo giocare con una mia amica alla farmacista. Prendevamo tutte le medicine della sua nonna, non rendendoci conto che poteva anche essere pericoloso, e passavamo interi pomeriggi dove io giocavo a venderle i farmaci per ogni malattia che aveva. ”

-Qual è stato il momento in cui hai deciso di creare Peccato Originale?

“Quando ritrovai nella cantina della farmacia tutte le antiche etichette e scatoline. L’odore proprio della cantina, della polvere… quando spolveravo questi oggetti è nato proprio il desiderio di poterli far rivivere dargli una nuova vita, anche perché vederli così inutilizzati mi disturbava moltissimo e unito a questo la mia passione nata fin da piccola per il mondo degli odori, quando annusavo quello della ciambella che preparava mia nonna, il cioccolato, qualsiasi odore sentissi nel bene o nel male mi affascinava, anche quelli più nauseabondi! Da qui poter dare nuova vita a quegli oggetti antichi attraverso la linfa delle essenze.”

– Secondo te il peccato originale può essere riassunto in un’essenza sola?

“No, sono troppo diversi i peccati, troppo diverse tutte le emozioni che ne conseguono. Lo vedo quasi infinito come pensiero…”

– Con quale delle tue fragranze ti identifichi di più?

“Beh, non dovrei dirlo ma sento molto vicino Iniezione di morfina  e  Cantaride. Potrebbero essere un po’ la descrizione della mia personalità.”

– Dove ti condurrà Peccato originale?

“Spero mi porti a conoscere tante persone e a far felice tante persone, mi piacerebbe farlo conoscere a chi magari non ha ancora trovato il proprio profumo e che ha bisogno in questo momento di un emozione come queste fragranze.”

– Posso dedurre quindi che anche per te gli odori hanno una grandissima influenza sulla psiche, il fatto che questi siano proprio i tuoi e che vengano indossati da tantissime persone che non conosci, cosa ti fa sentire?

“Sì questa cosa mi piace da morire, mi da una grandissima emozione. Mi fa piacere che per qualcuno possa significare un cambio di umore, una scelta. So che uno degli esponenti del Milan ha scelto una delle mie fragranze inizialmente per il colore (rosso-nero) poi ovviamente per la fragranze e mi fa un immenso piacere… oppure una ragazza che ha acquistato Emulsione Libera in un particolare momento della sua vita, ricco di cambiamenti, attraverso il profumo ha avuto a quanto mi ha detto la carica in più e quasi una conferma della sua scelta.”

– Il tuo momento creativo, quando arriva? A cosa pensi quando ti ispiri?

“Guarda il mio momento creativo può arrivare in qualsiasi momento della giornata, mentre cammino, mentre prendo un caffè, sotto la doccia. Di solito tanti spunti mi piace prenderli viaggiando, conoscendo persone, il viaggio per me è una componente fondamentale.”

– L’ispirazione più strana, singolare che ti sia mai venuta in mente?

“Forse proprio Cantaride. Pensando alle ali del coleottero appunto, che non vorrei mai uccidere ma che pensandoci mi sono ritrovata a preparare l’unguento in farmacia che veniva utilizzato fino a 15 anni fa al posto del Viagra (in quanto ha azione dilatatoria) e che appunto era in parte composto di ali di coleottero. Forse proprio queste bizzarre ricette mi hanno ispirata ed in particolare quella di Cantaride appunto.”

Che dire, enfin vi rimane solamente di annusare tutte e sei le fragranze. Sul sito ufficiale potrete chiedere dov’è il punto più vicino a voi per poter sentire Peccato originale, se siete di Ravenna come me, non esitate a rivolgervi ad Erresse Profumi e Bijoux dove troverete una valida consulenza ed una squisita cortesia!