Un profumo per cambiare

Listening to the wind of change cantavano gli Scorpions… io invece dico: annusate amici, non andate a caso, usate il naso. Voglia di cambiare?

Niente paura, non si tratta di chirurgia estetica ne di compulsivi tagli di capelli, qui si respira aria di cambiamento e già che la inspiriamo perché non renderla profumata?

Odori per cambiare, un solo aroma può bastare per sentirsi diversi? E se sì, quali sono queste piccole magie impalpabili che ci fanno sognare? La risposta è sempre quella: quello che c’è al centro del nostro viso può essere il miglior stylist della nostra vita.

Quando si dice “cambiare profumo” non è semplicisticamente un fatto di noia, il cambiamento che avviene dentro di noi è ben più profondo… è emozionale. Cambia l’aroma che ci identifica: cambiamo anche noi. Quello che scegliamo di comunicare al mondo semplicemente con la nostra presenza attraverso una scia odorosa, il nostro messaggio personale, cambia forma al passo con quello che viviamo.

Secondo il Buddhismo abbiamo più di una vita a disposizione per raggiungere il Nirvana, la rinascita dello spirito che dopo la morte si distacca dal corpo che prende necessariamente tutto ciò che è stato. In virtù del Karma quel che l’individuo semina raccoglierà, in virtù del nostro olfatto ciò che abbiamo annusato e che ci ha accompagnati in un dato momento della nostra vita, ad un certo punto si spegnerà lasciando posto ad un altro aroma e sarà per sposarsi al meglio con la nostra personalità (che ovviamente avrà collezionato mille e più odori).

Quindi se siete in uno dei periodi di congiunzione della vostra vita fermatevi un attimo ed annusate: avete voglia di leggerezza? Il mughetto è quello che fa per voi. Siete stanchi d’incrociare le dita aspettando buone notizie? La risposta è il biancospino. Voglia di nuove amicizie? Potrà guidarvi un buon profumo di Fresia. In cerca di una dose di buon umore? Provate una fragranza agrumata, come una colonia.

Sapevate che la percentuale di odori correttamente distinti non oltrepassa il 70-80%? Mi viene da pensare che nel restante 20% in mezzo a tutti i fattori dell’apparato olfattivo e cerebrale, ci sia anche del nostro: una piccola architettura che inconsciamente abbiamo costruito e che al momento giusto, stimolata dall’odore giusto, potrà regalarci un’emozione o perché no, una nuova noi! Con l’odore giusto anche il lato più straordinario che avevamo lì, latente, pronto per noi, potrà attivarsi ed essere coltivato con estrema naturalezza.

Il fatto interessante è che possiamo scegliere di cambiare o possiamo scegliere di rivivere e farci circondare da un ricordo, un’idea di qualcosa che ha avuto particolare significato nella nostra vita, indossarlo e sentirci più a casa in questo modo che fra quattro mura domestiche e farci rinascere. Perché la verità è che un profumo, un odore… sono come la petite robe noir con la differenza che ogni volta indossato ci regala sensazioni differenti, e se davvero una composizione di aromi è capace di farci sentire “nuove”, il primo passo da fare non è ridotto semplicemente allo scegliere una fragranza nuova ma a quello di annusare ciò che c’è nella tavolozza della nostra anima, liberare le narici e far entrare il mondo!

FOCUS FRAGRANZE

Ad aiutarci a sondare il nostro io più nascosto ed a scoprire quello che si agita in noi ora c’è una serie di profumi: la Black Series di Blood Concept, esplorando quello che scorre nelle nostre vene sono state create quattro fragranze che rappresentano i vari gruppi sanguigni 0, A, B e AB.

A darci l’idea di un giardino segreto, fiabesco quasi ed inusuale, dove riposano fiori o innocenti o velenosissimi ma estremamente magnetici; ispirato ai giardini botanici caratteristici del 18°secolo dov’era possibile trovare specie esotiche e rare troneggiando con i loro colori vividi e forme incredibili. Parliamo di FLORABOTANICA di Balenciaga, un profumo con un’esperienza sensoriale molto particolare. Rappresenta la magnetica sensualità in noi, senza dolcezza, senza essere dichiaratamente attraente.

Per svelare il misticismo che c’è in noi… solo la pietra. Olivier Durbano ci svela come Lapis Philosophorum il segreto delle gemme: tormalina, quarzo citrino, giada, ametista, cristallo di rocca e turchese. Jus insoliti nei quali sono racchiusi antichi poteri terapeutici delle pietre, dove il simbolismo del regno minerale incontra gli aromi vegetali. Una fragranza per un noi riflessivo, giunto al punto di meditazione e raccoglimento o semplicemente per rasserenare lo spirito.

La fille de Berlin, un profumo per Marlene

Già con la sola sua voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo.

Hemingway

Bellezza senza tempo. È così che hanno definito tutti quelli che hanno avuto la fortuna (e non) di conoscere Marlene Dietrich. Una donna dal fascino ambiguo, profondo, che sembra emanare odore di Taffettà, crinolina e rossetto.

Marlene, diva indiscussa del cinema di inizio Novecento. L’unica che in una foto dall’espressione astratta e altera, in frac da uomo a cavalcioni su una sedia, potrebbe essere collocata accanto all’aggettivo “bello”.

Evidentemente Serge Lutens ebbe un’illuminazione da Marlene quando decise che la co-protagonista del suo film olfattivo fu proprio la Dietrich.

La fille de Berlin, un profumo che ha come essenza dominante la rosa: non c’è nota più adatta ad evocare determinazione, la tenacia e la sfrontatezza così sensuale della Dietrich, l’unica a fondere la parte maschile alla femminile in un risultato così ammaliante.

La Fille de Berlin è una storia femminile ambientata a Berlino, sfiora il dramma di una fanciulla dalle labbra color sangue, che cinge al petto una rosa vestita di spine.

È stato semplicisticamente classificato come un orientale-fiorito. Un mix di Rosa-Pepe con accenti freschi di peonia, un soffio di geranio e una discreta spolveratina di spezie.

Detto questo, vi lascio con le parole del compositore.

«Ho immaginato una rosa di metallo che riposa sulla neve ma che ha il carattere della passione. È una rosa piena di spine, non si sottomette. La sua fragranza allevia, stordisce e sorprende. Questo profumo è contraddittorio: deciso e consolante al tempo stesso. La rosa è un fiore sontuoso, fatto di sangue, di notte, di neve e di gloria. È stupefacente, la sua violenza è la sua bellezza. Questa rosa è pura invenzione. È una rosa piena di spine, furiosa, speziata, cipriata, con un tocco di pepe, estremamente persistente. La fille de Berlin è un profumo complesso che nulla ha a che vedere con una fragranza soliflore. Questa rosa evoca l’immagine di una donna forte, sfrontata, indipendente, mascolina ma estremamente provocante. Questa rosa è Marlene Dietrich nel film Morocco di Von Sternberg. In quel film indossa un frac da uomo che le fascia la vita e i contorni ondulati e sinuosi: seduce e provoca, affronta e scandalizza, è più donna che mai, mette al femminile quello che c’è di più maschile». 

Serge Lutens.

A PROPOSITO DI PIRAMIDI… OLFATTIVE!

Le piramidi: icone dell’architettura egizia, massime espressioni d’arte e del tempo che scorre. La loro presenza fino ai giorni d’oggi è un vero e proprio prodigio.

Ma lo sapevate che esistono anche altre tipologie di piramidi? Sono costruzioni evanescenti,  frutto di un processo creativo indirizzato, dove ogni mattone è una nota odorosa: parliamo di piramidi olfattive.

Vi sarete sicuramente chiesti come procedono i nostri Maitre Parfumeur a comporre una fragranza dopo averla immaginata nella loro mente, no? Molto semplicemente sanno quali note utilizzare e in che proporzioni ed equilibri; a seconda dell’idea, della persistenza o la sensazione che vogliono trasmettere, partono dalle materie prime e abbozzano delle formule con i componenti e i grammi. Per realizzare esattamente un dato effetto c’è bisogno della conoscenza degli odori approfondita, si sviluppa la composizione gradualmente e quando la bozza risulta soddisfacente s’inizia a mettere in flacone gli “ingredienti” e nella maggioranza dei casi l’alcohol che funge da veicolante. Se l’accordo è complesso, se contiene cioè innumerevoli note, ci vogliono diversi giorni o settimane prima di poter annusare un campione su di una mouillette e poterne dare un giudizio.

Gli accordi si compongono sempre sulla base di TESTA-CUORE-FONDO o i più semplici TESTA-CUORE. I profumi si distinguono, per composizione, in due  categorie in base al loro svilupparsi nel tempo: ci sono quelli che raccontano la loro storia dalle 3 alle 8 ore (iniziano, si sviluppano nella parte centrale, per poi stabilizzarsi alla fine) e quelli che rimangono lineari per tutta la loro persistenza sulla pelle. C’è da dire che sebbene la fragranza rimanga ben identificabile dall’inizio alla fine, come un’opera teatrale, si svolge però in tre atti differenti. In questo hanno tutti e tre durate differenti: le note di testa si aggirano intorno ai 10 minuti, quelle di cuore circa 2-3 ore e quelle di fondo fino alle 8 ore. Ecco perchè parliamo di Piramide: la base è quella che ha ampio raggio di durata per poi rastremarsi verso l’alto ed avere una durata più breve.

Come potete quindi vedere dall’immagine il vostro profumo ha una propria personalità, un carattere ben definito da tutte le note che il creatore della fragranza ha voluto utilizzare, ciascuna col proprio tempo d’entrata in scena.

Gli accordi di testa generalmente sono quelli più frizzanti e delicati, sono i primi che irrompono nelle nostre narici e quelli che vanno a presentarci la fragranza, immaginateli come una sorta d’introduzione… per poi arrivare alle note di cuore, più sostanziose, quelle che ne mostrano il carattere e quelle che rimangono a portata di naso a lungo grazie al loro peso specifico; mano mano che il cuore si affievolisce s’inizia a sentire la “struttura” del nostro profumo: le note di fondo. Le note di fondo per esempio hanno anche la funzione di fissare il profumo sulla pelle, creano il passaggio da un accordo all’altro più equilibrato ed invisibile. Tutto deve essere calibrato con assoluta precisione.

Dovete sapere ad esempio che le Colonie invece, sono un’eccezione dalla nostra Piramide: sono composte solamente da accordo di testa e sfumano molto velocemente per la bassa concentrazione di oli essenziali che le compongono, note esperidate per lo più. Sono rinfrescanti e alleggeriscono il risveglio magari.

Tutte le note interagiscono col calore della nostra pelle ed evaporano a distanza di tempo differenti l’una dall’altra; è un gioco di scie profumate che crea disegni inaspettati sul nostro corpo. D’altra parte la fragranza che indossiamo deve evolversi nel corso della giornata assieme a noi e anzi può allietarci lo svolgersi  della giornata ed aggiungervi colore.

Qui in basso anche una dettagliata e utilissima descrizione delle famiglie olfattive con le loro note!

A voi la scelta della fragranza più giusta!

Il magico e potente Kyphi.

Il profumo regale

Una curiosità storica per il vostro nasino. Una delle fragranze più diffuse e famose nell’antico Egitto da faraoni e regine per le sue qualità benefiche,  seduttive e magiche, era il Kyphi, alcune delle ipotetiche ricette recitano poco più di una decina di ingredienti fino poi ad arrivare a sessanta essenze. Si narra che gli Egizi lo applicassero sui capelli e nelle parti intime per migliorare le proprie capacità seduttive.

Plutarco nell’opera Iside e Osiride ce lo descrive così: “Il kyphi è un profumo composto da sedici materiali: miele, vino, uva passa, cipero, resina, mirra, legno di rosa. Si aggiungono lentisco, bitume, giunco odoroso, pazienza, ginepro, cardamomo e calamo aromatico, ma non con casualità, bensì secondo le formule indicate nei libri sacri“.

In grado di “favorire il sonno, aiutare a fare dei bei sogni, rilassare, spazzare via le preoccupazioni quotidiane, dare un senso di pace.

Un’altra celebre ricetta del Kyphi è riportata dalle iscrizioni della stanza del laboratorio del tempio di Horus a Edfu. Questa costruzione, una delle più antiche e meglio conservate della civiltà egizia, in cui il dio secondo le credenze dell’epoca, aveva combattuto una battaglia. I custodi del culto in quel tempo non rischiarono di trasmettere le segrete informazioni sulla composizione delle fragranze e soprattutto riguardo i rituali sul papiro, troppo fragile, o di affidarle alla sola tradizione orale, ma fecero incidere i dati sulle pareti del tempio.

Il Kyphi è stato ricreato anche ai giorni nostri da alcuni scienziati francesi, come Sandrine Videault, che ha lavorato per anni studiando diverse fonti.

16 sono gli ingredienti originari descritti nelle ricette scolpite sulle mura dei templi di Edfu e Philae, 13 abbastanza certi mentre per 3 rimangono ancora dei forti dubbi sul loro riconoscimento botanico:

  • Storace, resina (Liquidambar officinalis)/ Benzoino,resina (Styrax benzoin)
  • Calamo, rizoma (Calamus aromaticus)
  • Mastic, resina  (Pistacia lentiscus)
  • Pino di Aleppo, resina (Pinus Halepensis)
  • Canfora (Cinnamonum canphora)
  • Gomma arabica (acacia sp.)/Gomma Adragante (Astragalus gummifer)
  • “Asphalatos”, legno-radice (Convulvus scoparium) ?
  • Ginepro, bacche (Juniperus oxycedrus)
  • Galbano, semi-gambi (Chaerophyllum sp.) ?
  • Cipero odoroso, rizoma (Cyperus longus)
  • Uva secca
  • Vino delle oasi ?
  • Vino
  • Olibano, resina (Boswellia sp.)
  • Sciroppo di Datteri/Miele
  • Mirra resina(Commiphora mirrha) *

Pare che addirittura la Regina Cleopatra adorasse questa fragranza, la quale si sa, non vantava una bellezza divina ma in quanto a fascino era insuperabile. Una donna intelligente e soprattutto forte, sfruttare il proprio fascino sapientemente attraverso le profumazioni la rendeva ancora più potente nelle sue scelte. Non poteva fare a meno della mistura più ricercata di tutto l’Egitto. Non facendolo apposta questa donna vantava anche un discreto naso, e con esso poté contribuire a gran parte della storia antica.

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*Grazie per le informazioni sulla  ricetta a http://esperienzeolfattive.blogspot.it/