IL NASO DIGITALE

In principio era l’uomo preistorico ad utilizzare l’olfatto come bussola, rilevatore di pericoli, nonché intercettatore di prede e di partner. Ma oggi? Come possiamo intendere il nostro naso come senso al quale affidarci per un corretto orientamento quotidiano? Diciamoci la verità, le nostre esigenze oramai sono cambiate… è cambiato lo stile di vita e di conseguenza ciò di cui abbiamo bisogno.

Io dico che “Anche il naso vuole la sua parte” e per questo ho deciso di dedicare questo post a quello che potremmo definire, orientandoci e dando uno sguardo al nostro stile di vita , il nostro nuovo NASO DIGITALE. Cioè il passaggio dallo strumento narici allo strumento WEB, una sorta di Naso Metaforico che con stile può aiutarci nelle nostre ricerche. Mettiamo lo smoking al nostro compagno di annusate e per oggi decontestualizziamolo.

Quando si dice “Aver naso per…” non è poi così sbagliato, il nostro amico al centro del viso viene teoricamente preso in causa grazie al suo fondamentale  fiuto. E  se i nostri recettori olfattivi fossero sostituiti da validi strumenti di ricerca ormai disponibili su internet? Già fatto! Potremmo comunque definire la nostra esplorazione una sorta di “Naso ideale” al quale affidarci in caso di necessità; questi strumenti che tutti abbiamo a disposizione in qualsiasi momento ci danno risposte immediate, un’infinita scelta ed anche un aspetto estetico niente male. Per noi donne sto parlando per esempio di shopping online, ci sono partners di internet retail per oramai un’infinita quantità di brand di fashion & design. All’interno di questi siti il nostro naso digitale si muoverà fra abbigliamento, accessori, beauty e qui veniamo al bello… anche nel mondo fragranze! Ad esempio un ottimo nose personal shopper potrebbe essere Shoppingdonna: semplice ed immediato muoversi fra le categorie merceologiche, grafica accattivante e leggera, e devo dire anche un’ampissima scelta di prodotti interessanti. Se potessimo avere degli odori reali per ogni sito web certamente Shoppingdonna sarebbe un mix di liquerizia-zenzero-vaniglia. Semplice no? Ti orienti – scegli – clicchi  e in poco tempo arriverà a casa la soluzione al tuo bisogno. Il nostro naso digitale non solo ci porta alla risposta al nostro problema, ma ci fa arrivare anche con un bel po’ di anticipo!

Potremmo definire strumenti di “fiuto digitale” anche i numerosissimi Blog che ormai ricoprono in maniera capillare ogni settore (e qui sono di parte lo so). Il blog potrebbe essere il ricettore olfattivo che mette un Alarm a nostro Cool Hunter cerebrale, ci avvisa e consiglia sui trend… la cosa fantastica è che il tutto si svolge in maniera diretta e velocissima. Le informazioni viaggiano – come dalle narici al cervello – quasi istantaneamente, oltretutto stimolano la nostra curiosità e tutto questo non fa che allargare il nostro raggio d’orientamento in rete. Ci mettono in comunicazione non solo con altre persone ma anche con informazioni che non abbiamo mai avuto.

Chissà come reagirebbe un homo sapiens ad un Alarm digitale “Gazzella in arrivo”?! Oggi ci sembra tutto così lontano: i nostri residui d’identità e di qualità innate di migliaia di anni fa, eppure alla fine ciò che cambia è lo strumento reale con il quale ci andiamo a cimentare; blog, siti web, tv sono solo evoluzione di pratiche che partono dai nostri sensi. Ogni pagina web, ogni immagine, ogni strumento che utilizziamo può essere paragonato a una composizione di essenze che alla fine ci riporta a sensazioni, emozioni e sorprese che non ci aspettiamo!  Il nostro naso oggi ha una doppia personalità… sta a voi decidere quando usare l’una e quando l’altra!

Vi aspetto al prossimo post! 

PILULES À PERFUME! PITTI FRAGRANZE PARTE I

ANTIDOTI AL GRIGIORE DI NOVEMBRE: NEWS DAL PITTI FRAGRANZE 2013

 Ci siamo, l’autunno è iniziato: le prime nebbie, i primi freddini… niente più sole splendente ogni mattina. Il nostro naso però può aiutarci a meglio vivere questo momento uggioso, come? Vi propongo qualche pillola del Pitti Fragranze 2013. Non mi dilungherò nell’elenco completo di tutti i fantastici espositori, ma ho selezionato per Ficcanasando quello che ha colpito di più i miei recettori olfattivi e creativi.

Senza indugi quindi passo a presentarvi NAOMI GOODSIR. Incuriosita dal piccolo stand decisamente ludico e singolare, mi accoglie un’estrosa giovane donna con tanto di capellino assolutamente fuori dagli schemi. E’ proprio lei, Naomi.

Naomi Goodsir è una designer australiana la cui storia è radicata nella pura modisteria . Dopo la laurea di moda a Sydney, in Australia e poi l’apprendistato con la pupilla dell’icona Elsa Schiaparelli , Naomi ha continuato a creare cappelli. Da oltre dieci anni lei crea e cuce a mano pezzi unici nella più pura tradizione dei « Chapellerie » .Vanta innumerevoli collaborazioni in giro per il mondo, tra cui l’ inglese National Opera . Dalla collaborazione con il suo direttore creativo Renaud Coutadier è nato Naomi Goodsir Parfum; Il pensiero artistico e concettuale di Naomi è racchiuso nei suoi profumi. Note intense sì, non ampollose, ma quasi distensive e cullanti. Sprigionano eleganza, arrivano alle narici come velluto soffice e caldo.

Cuir Velours è un EDP  speziato, orientaleggiante. Dietro alla composizione c’è Julien Rasquinet, che affianca la designer Naomi Goodsir per la creazione della linea di fragranze di cui fa parte anche BoisdAscese, questa volta più legnoso e affumicato, persistendo in un’eleganza fuori dal comune. Il tema predominante è il mio amato cuoio, unito al ricco aroma di tabacco, alla decadenza del rhum e al sentore di dolcezza energica dell’immortelle, il nostro Elicriso.

Lanciati nel 2012 hanno riscosso un buon successo per l’incredibile equilibrio che li contraddistingue secondo piramide olfattiva e per la persistenza che li forma.

Bois d’Ascese è classificabile come incenso legnoso. Trae a se immediatamente il sentore di tabacco, un tabacco alcolico, ad aggiungersi la cannella, il laudano e l’ambra che lasciano poi spazio ad un cuore di muschio che apre il sipario alle note luminescenti d’incenso. E’ come entrare in una dimensione antica e quasi sacra, un luogo impolverato dal tempo e dalla combustione di mille candele, oli divini e fiori secchi.

Questo luogo fugge il tempo e si ferma in un universo remoto, un bosco di pietra e muschio.

A questo punto il parallelo risulta evidente: la pioggia, il fumo della città, il tetto isolato di un vecchio palazzo, la colomba bianca che vola in cielo. Sembra che la sequenza menzionata odori in ogni fotogramma di Bois d’Ascese.

credits to: naomigoodsir.com

Dunque se desiderate un profumo Unico e l’Oud non vi spaventa, se siete amanti de cuoio e della sensazione avvolgente che vi regala queste sono le fragranze giuste per affrontare di petto la vostra vita e perché no… anche questo uggioso Novembre! Volete avere un punto di partenza per contraddistinguervi? Vi aspetto per Pilules à perfume pt II!

Annusiamo… il vento del cambiamento. Voglia di cambiare profumo?

Listening to the Wind of change cantavano gli Scorpions… io dico invece, annusate amici: non andate a caso, usate il naso. Voglia di cambiare?

Niente paura, non si tratta di chirurgia estetica ne di compulsivi tagli di capelli, qui si respira aria di cambiamento e già che la inspiriamo perché non facciamo sì che sia profumata?

Oggi apriremo il capitolo odori per cambiare, un solo aroma può bastare per sentirsi diversi? E se sì, quali sono queste piccole magie impalpabili che ci fanno sognare? La risposta è sempre quella: quello che c’è al centro del nostro viso può divenire il miglior Stylist della nostra vita.

Quando si dice “cambiare profumo”… non è semplicisticamente un fatto di noia, il cambiamento che avviene dentro di noi è ben più profondo… è emozionale. Cambia l’aroma che ci identifica: cambiamo anche noi dunque. Quello che scegliamo di comunicare al mondo semplicemente con la nostra presenza attraverso una scia odorosa, il nostro messaggio personale, cambia forma al passo con il nostro vissuto.

Secondo il Buddhismo abbiamo più di una vita a disposizione per raggiungere il Nirvana, la rinascita dello spirito che dopo la morte si distacca dal corpo che perde necessariamente tutto ciò che è stato. In virtù del Karma quel che l’individuo semina raccoglierà, in virtù del nostro olfatto ciò che abbiamo annusato e che ci ha accompagnati avvolgendoci in un percorso definito della nostra vita, ad un certo punto si spegnerà lasciando posto ad un altro aroma e sarà per sposarsi al meglio con la nostra personalità che ovviamente avrà collezionato già una serie infinita di odori.

Quindi se siete in uno dei periodi di congiunzione della vostra vita fermatevi un attimo ed annusate: avete voglia di leggerezza? Il Mughetto è quello che fa per voi. Siete stanchi d’incrociare le dita aspettando una buona notizia? La risposta è il Biancospino. Voglia di nuove amicizie? Potrà guidarvi un buon odore di Fresia. Cercate la femminilità perduta o volete amplificarla o risvegliarla? La Tuberosa è irresistibile. Volete accrescere l’autostima con un pizzico d’egocentrismo (una microscopica dose non guasta mai)? Il Narciso vi aiuterà.

Potrei andare avanti all’infinito ma ciò che conta è che un semplice odore o una composizione di odori possa davvero attivare lati della nostra personalità che non sapevamo di possedere.

Sapete la percentuale di odori correttamente distinti non oltrepassa il 70-80%, mi viene da pensare che nel restante 20%, in mezzo a tutti i fattori dell’apparato olfattivo e cerebrale, ci sia anche del nostro: una piccola architettura che inconsciamente abbiamo costruito e che al momento giusto, stimolata dall’odore giusto, potrà regalarci un’emozione o perché no, una nuova noi! Con l’odore giusto anche il lato più straordinario che avevamo lì latente, pronto per noi, potrà attivarsi ed essere coltivato con estrema naturalezza!

Il fatto veramente confortante è che possiamo scegliere di cambiare o possiamo scegliere di rivivere e farci circondare da un ricordo, un’idea di qualcosa che ha avuto particolare significato nella nostra vita, indossarlo e sentirci più a casa in questo modo che fra quattro mura domestiche e farci rinascere. Perché la verità è che un odore, un profumo… sono come la petite robe noir con la differenza che ogni volta indossato ci regala sensazioni differenti, e se davvero una composizione di aromi è capace di farci sentire “nuove”, il primo passo da fare non è ridotto semplicemente allo scegliere una fragranza nuova ma a quello di annusare ciò che c’è nella tavolozza della nostra anima, liberare le narici e far entrare il mondo!

FOCUS SULLE FRAGRANZE DEL CAMBIAMENTO:

Ad aiutarci a sondare il nostro io più nascosto ed a scoprire quello che si agita in noi ora c’è una serie di profumi la Black Series di Blood Concept, esplorando quello che scorre nelle nostre vene sono state create 4 fragranze che rappresentino i vari gruppi sanguigni 0, A, B e AB.

Black 0: Identità animale  Black A: Identità vegetale  – Black B  Identità nomade Black AB: Identità minerale

A darci l’idea di un giardino segreto, quasi fiabesco ed inusuale, dove riposano fiori o innocenti o velenosisimi ma assolutamente magnetici, ispirato ai giardini botanici caratteristici del 18° secolo dov’era possibile trovare specie esotiche e rare troneggiando con i loro colori vividi e forme incredibili: FLORABOTANICA di Balenciaga . Un profumo con un’esperienza sensoriale particolare. Questa fragranza rappresenta la magnetica sensualità che c’è in noi, senza dolcezza, senza essere dichiaratamente attraente, come testimonial della campagna Kristen Stewart come potete vedere sulla recensione di TUSTYLE http://www.tustyle.it/bellezza/kristen-stewart-nflorabotanica-balenciaga-campagna/

 

Per svelare il misticismo che c’è in noi… solo la pietra.  Olivier Durbano ci svela con Lapis Philosophorum il segreto delle gemme: tormalina, quarzo, citrino, giada, ametista, cristallo di rocca e turchese sono  jus insoliti in cui sono racchiusi poteri antichi e terapeutici delle pietre e dove il simbolismo del regno minerale incontra gli aromi vegetali. Una fragranza per un noi riflessivo, giunto al punto di meditazione e raccoglimento o semplicemente per rasserenare lo spirito.

Annusa, incolla, ama. Odori vintage.

“Era il 1927 quando nacque a Voghera, nella Balma Capoduri & c., la «colla bianca solida da ufficio» al profumo di mandorla che evoca l’ infanzia in ogni adulto. La COCCOINA.”

Come non spendere un post per questa chicca storica? Come non spenderlo soprattutto nel mio angolo di odori evocatori d’immagini e ricordi? Nonostante io faccia parte degli anni ’80 la coccoina è seriamente radicata nella mia mente almeno quanto una persona dei ’60-’70. Si pensi che la potenza di questo prodotto è dovuta nella sua quasi totalità all’odore, è stato costruito sulla base di questo un progetto di Marketing immenso. Chi non conosce la coccoina? Chi non riuscirebbe per un fugace momento a ricostruire l’odore e tutti i ricordi che gli roteano attorno appartenenti all’infanzia? Ve lo dico io: nessuno.

La Coccoina fu un prodotto fondamentale per i bambini degli anni ’60 e ’70, compagna di lunghi pomeriggi passati a incollare figurine, ritagli di riviste o fotografie sui quaderni di scuola.

Ma perchè è diventata un oggetto di culto?

Beh il packaging per l’epoca si presentava attraente, evocativo di un vero e proprio prodotto di bellezza, fu esaltato come tale anche dai manifesti pubblicitari dell’epoca. Coccoina: più di una colla, rappresentava stile e modernità, con un design bello ed essenziale. Più di settanta anni di storia sostenuti da un mini-prodotto semplice, sostenibile e sopratutto atossico: la coccoina è difatti composta a base di destrina di patate diluita in acqua; la pasta che si ottiene mescolando questi ingredienti viene cotta a bagnomaria in grandi caldaie, quindi si aggiungono glicerina e profumo di mandorla. La colla viene «inscatolata» ancora liquida e poi deve decantare per un periodo che oscilla fra il mese e il mese e mezzo prima che sia pronta. Una volta aperta, poi, va consumata entro sei mesi. E per i bambini che desiderano assaggiarla, non c’è alcun pericolo assicurano dall’azienda di Voghera, perchè la Coccoina è COMMESTIBILE.

E’ l’aggiunta di olio di mandorla a donarle quel profumo delicato che tutti ricordano. La maggioranza si esprime dicendo: “Il profumo di quando ero bambina/o”.

La colla era decisamente inutile come prodotto ma i bambini ne andavano pazzi per quel favoloso profumo che finì per diventare indispensabile per più di una generazione!

Ma perchè la Mandorla? Perchè identificare questo prodotto proprio con l’odore di mandorla? Perchè dare una connotazione così forte ad un prodotto con questo profumo?  Presto detto, io ho un mio pensiero al riguardo. Le mandorle sono un ingrediente utilizzatissimo in diverse cucine tradizionali nell’area del Mediterraneo, sono usate sia in cucina che in pasticceria (confetti, biscotti, pasticcini, marzapane). Dunque? Quale bambino non ama dolci, pasticcini o quant’altro? Fare leva sulla dolcezza per conquistare il piccolo pubblico. L’estrema dolcezza dell’odore di mandorla che riporta ai confetti della nonna… è rassicurante, è avvolgente. Per  non parlare di quello che va a smuovere nella mente delle mamme; come ben è noto dalla mandorla viene estratto anche l’olio essenziale di mandorla un olio limpido e inodore che si usa come emolliente per le pelli secche e sensibili. Fantastico non trovate?

Con la Coccoina abbiamo l’ennesima riprova di quanto l’olfatto sia presente neanche troppo velatamente nelle nostre scelte. Di come un odore, anche se non profumo, sia abito di un prodotto che inevitabilmente adremo ad identificare non più per il suo utilizzo o la sua estetica… bensì con il suo ritratto olfattivo. Buone sniffacchiate a tutti!

Sniffing in the rain. L’odore della pioggia.

Amo la pioggia, lava via le memorie dal marciapiede della vita.

Woody Allen

 

Per quanto ami Woody Allen mi trovo costretta a dissentire in parte dalla sua considerazione sulla pioggia. Idealmente potrebbe anche lavar via le memorie, realisticamente se ci soffermassimo sul suo odore, vedremmo come a poco a poco la nostra mente s’inonderebbe d’immagini e suoni.

Vi sarà sicuramente capitato che in un giorno qualunque con il naso all’insù le prime gocce d’acqua iniziano a scendere, si avverte un odore dolciastro e pungente: gli esperti  riconducono questo fenomeno all’ozono emanato dal fertilizzante dei campi, dagli agenti inquinanti e da altre fonti naturali. Si potrebbe ricondurre tutto alla chimica per la quale all’inizio di un temporale, questo profumo pervade l’aria. Scariche elettriche vanno a dividere le molecole di azoto e ossigeno nell’ atmosfera in singoli atomi. Alcuni di questi vanno a ricombinarsi con il monossido d’azoto che reagisce con altre componenti atmosferiche andando a formare molecole di tre atomi di ossigeno.

Interessante vero? Ma il mix di profumi (o odori sgradevoli, dipende) non finisce qui. La pioggia, cadendo, va ad adagiarsi sulle superfici asciutte e “sveglia” le molecole odorifere che sono lì presenti. In casi fortunati trovandovi nella natura, le molecole  proverranno da piante e fogliame, e ai vostri ricettori olfattivi arriverà profumo di vegetazione. Per chi invece è in città, snifferà particelle di asfalto, cemento… di certo un po’ meno piacevoli e salutari! Questo odore ha un nome scientifico preciso, e qui la voglia dell’uomo di denominare quello che lo affascina, si chiama petricor, termine che descrive la fragranza delle piante che va a depositarsi sul terreno e viene rimessa in circolo nell’aria dalle piogge.

Fatta questa premessa, l’odore di pioggia non è solo una reazione chimica… ma anche una reazione emozionale.  Rappresenta l’incontro di acqua, terra e brezza lontana; è un delicato equilibrio che preannuncia,  è uno dei profumi che il futuro esala al presente… e puntando il naso al cielo sembra di avere appunto un messaggio dalle nuvole. L’odore di pioggia ha un realistico effetto rilassante, riporta alla mente immagini di raccoglimento, di meditazione… aiuta a scandire lo stress e a dissiparlo. Concilia perfettamente la mente e il corpo tanto che ritengo possa stimolare la creatività e il fluire di proponimenti. La natura per qualche istante sembra fermarsi in attesa della carezza dell’acqua. Ed è fantastico pensare come il nostro naso possa essere il primo ed unico ricettore di questo pre-fenomeno.

Una studiosa australiana di antropologia Diana Young, analizzando il comportamento degli aborigeni del deserto occidentale australiano in relazione al fenomeno della pioggia, ha rilevato che le prime precipitazioni costituiscono un importante momento. Per queste popolazioni l’odore della pioggia è legato al verde risveglio della natura: una “sinestesia culturale”. Quando piove questi popoli strofinano il proprio corpo con olii vegetali e grassi animali, un mix di odori che si crede posseggano capacità di protezione, e che simboleggiano la relazione tra l’uomo ed il paesaggio.

E qui volevo portarvi, se gli aborigeni cospargono il proprio corpo di odori naturali che riportano al fenomeno della pioggia, si può palesemente ammettere che anche noi nel nostro quanto-mai-diverso-mondo-occidentale abbiamo fatto numerosi tentativi similari. In profumeria si è cercato e riuscito di ricreare fragranze che rappresentassero odori di pioggia, di acqua, di brezza marina, di salmastro… creare un abito naturale da indossare proprio come poi fanno questi popoli del deserto. Si chiamano note ozonate. Non avrà la stessa valenza simbolica ma è evidente che non siamo poi così diversi, no?

E alla prossima pioggia estiva non dimenticatevi di annusare per bene l’aria!

 

FOCUS SULLE FRAGRANZE ISPIRATE AL MONDO ACQUATICO E  A QUELLO ESTREMAMENTE VERDE DELLA NATURA:

Profumum  Acqua di sale; Aqua Motu di Comptoir Sud Pacifique; Eau d’Italie di Le Sireneuse; A scent by Issey Miyake; Eau de Monteil; Rem di Reminessence; Un Jardin àpres la Mousson di Hermes; le 9 Vie di Bogue

Eau de moi. Il nostro odore.

Siamo così assuefatti dal nostro odore corporeo da ignorarlo completamente, ma il nostro odore è la nostra firma chimica.

Lo sapevate che i nostri abiti rimangono impregnati dalle nostre orme olfattive per cinque anni? Pensare di lasciare una scìa naturale in ogni luogo dove siamo presenti fa riflettere, il mondo è dunque colmo di tutti gli odori dei suoi abitanti è come un cocktail di orme odorose e noi stessi siamo dispensatori di molecole che sanno di noi! Trattasi di un complesso di molecole che si trova sulla superficie delle cellule del corpo umano, assolutamente individuale e che aiuta l’organismo a difendersi dagli attacchi esterni di agenti patogeni. Simili a quelle che gli animali utilizzano per scegliere i loro compagni.  Per la prima volta, un gruppo di biologi tedeschi ha dimostrato che, attraverso analisi di risonanza magnetica funzionale, il nostro cerebro è in grado di riconoscere l’odore della propria pelle, distinguendolo dagli odori degli altri individui, in base alla combinazione di un particolare insieme di proteine: l’Mhc (Complesso Maggiore di Istocompatibilità).

E qui ritorniamo al discorso delle famose “NR – Nose Relations” (Se non lo avete fatto vi consiglio di leggere il post): meccanismi che influenzano l’olfatto nelle nostre preferenze sociali e sessuali;  da uno studio pubblicato qualche mese fa su Proceedings of the Royal Society B, è emerso che  si preferisce indossare un profumo similare al quello naturale emesso dal proprio corpo, sugli altri si tende invece alla ricerca della diversità, come dimostrato da uno studio del 1995,  lo Sweaty T-shirt study (Studio della T-shirt sudata),  molte delle donne che annusavano alcune magliette indossate per due giorni da uomini differenti, privilegiavano l’odore di quelli con molecole MHC diverse dalle proprie.  Mentre esse inspiravano gli odori, venivano scattate “fotografie” al cervello tramite risonanza. Quest’analisi ha valutato l’attività di aree cerebrali selezionate che venivano sollecitate dall’inalazione dei profumi. E’ quindi emerso che che c’è una nettissima differenza nella risposta tra lo stimolo olfattivo che contiene le molecole proprie e quello che non le contiene. E c’è una peculiare area del cervello che viene “attivata” soltanto dalle molecole medesime alle proprie. Incredibile!

Quando si dice… “Andare a naso” non si va poi tanto lontano da quella che è l’effettiva realtà dei fatti allora. Se nel nostro linguaggio occidentale quello che effettivamente manca è un vocabolario olfattivo per indicare gli odori che cogliamo, ci pensa in buona parte l’istinto. Questo mi fa riflettere su di un punto: tutto è materia olfattiva, lo siamo noi, la natura che ci circonda, gli animali, perfino gli oggetti… tutti facciamo parte di un disegno odoroso e ne emerge un’architettura incosciente profondissima. Per questo è così difficile, se non impossibile a volte, descrivere quello che annusiamo. Il nostro cervello registra l’odore ma lo etichetta come “inclassificabile” per via della nostra preferenza visivo-acustica.

Ci mancano le parole per descrivere ciò che sentiamo, il nostro corpo però in armonia con l’Universo intero agisce spontaneamente in maniera inconscia e crea collegamenti inaspettati… ma tutto è un quadro di profumi e noi siamo ogni singolo colore annusabile che compone il mondo.

Naso, naso delle mie brame

…come distinguere un profumo tra il ciarpame?

O meglio… indovina indovinello cos’arriverà per primo al mio cervello??

Questo piccolo delirio come incipit non è, come evidentemente potrebbe apparire, un vaneggiamento e basta, è molto di più. È frutto di un attimo di folle riflessione che mi affligge tutte le volte che entro in una qualsiasi profumeria, o quando sfoglio una rivista, o quando sento parlare tante persone. Chiamasi scheggia riflessiva. (Ve la ricordate no? la scheggia già citata nel mio post “Effetto Dior Homme”) Un attimo di malignità che mi concedo di tanto in tanto quando qualcosa mi disgusta profondamente, oppure quando si parla di ricolo. Ora mi spiego meglio spiegandovi il folle esordio (scusate il gioco di parole):

Naso, naso delle mie brame… –> la nostra vanità alle volte supera l’istintualità.

…come distinguere un profumo tra il ciarpame? –> è palese che siamo circondati da prodotti scadenti o per lo meno sopravvalutati

indovina indovinello cos’arriverà per primo al mio cervello? –> cosa ci spinge ad acquistare e perché ne esce quasi sempre il vincitore la parte errata di noi stessi

È il cuore che deve amare… perché è l’emozione che dovremmo ricercare in tutto questo, non solo quella che probabilmente scambiamo con l’euforia del momento, quella vera… quella che invade lo spirito intendo. Il cervello aiuterà a completare… attraverso i ricordi, attraverso l’elaborazioni d’immagini frammentarie, un respiro mistico e cerebrale e la decisione finale dell’acquistare.

Cos’è che ci manda fuori strada? La pubblicità? Il marketing non convenzionale? La società in cui viviamo? Sì, un minestrone di tutto questo. Non si fa altro che parlare di grandi gruppi, di brand, licenze di vendita, industrie chimiche… si si va bene, tutto questo è necessario è fuor dubbio ma a mio parere è l’approccio che si ha, gli effetti che si ottengono post- acquisto compulsivo quello che va a danneggiare il nostro vero rapporto con una fragranza. Non c’è ricerca, non c’è cura nella selezione… solo un blando istinto shopaholico dato nella maggioranza dei casi da un’ADV vista 10 minuti prima nella sala d’attesa del dentista. Non c’è personalità qui, non c’è un vero legame, non c’è un vero e proprio motivo-emotivo che ci spinge verso un bouquet fiorito… o piuttosto verso un legno.

I media agiscono subdolamente, i gruppi finanziari acquistano brand di fragranze per motivi a 6 o più cifre, noi non abbiamo neanche 10 minuti in più o qualche visita in più per scegliere l’odore che più si adatta alla nostra pelle…. allora? Vogliamo sminuire un momento così intimo?

A volte immagino le essenze come forme vive, non per forza animali o umane… ma forme vive che vibrano nell’aria che producono calore o altro. Il mondo è una risorsa immensa di aromi, potremmo sfruttarlo ogni singolo respiro.

Scritto questo… per scegliere una fragranza oltre che ad essere curiosi, vi consiglio di spruzzare due volte una mouillette, aspettare 15-20 secondi prima di annusare, chiudete gli occhi ed inspirate lentamente con le labbra socchiuse. Se questa fragranza vi attrae spruzzatene sulla pelle ed uscite dal negozio, dovete tornare a casa inspirando ad intervalli di tempo quello che c’è sulla vostra pelle. Se vi piacerà come si trasformerà, sarà lei la vostra fragranza. Altrimenti dedicate una seconda, una terza visita… o anche più. Un altro suggerimento che potrei dare è quello di essere aperti anche ad aromi che  possono non esservi piaciuti in passato, appunto perchè si tratta di passato… potrebbe il presente essere diverso come voi anche per loro.

LO STRANO C(N)ASO DI HELEN KELLER

“Le cose migliori e piu belle del mondo non possono essere viste e nemmeno toccate. Bisogna sentirle con il cuore.”

Diceva così Helen Keller, la donna scrittrice, attivista e insegnante americana che all’età di 19 mesi divenne sordo-cieca a seguito di una malattia. Vi porto l’esempio di questa strabiliante donna perché tralasciando per un attimo la variabilità dell’olfatto individuale e le cause che possono diminuirne o eliminarne del tutto la funzione, esistono poi dei particolari casi di ultra-sensibilità, quei casi in cui si parla di veri e propri geni del naso che non necessariamente lo sono per percorsi di studio o professionali ma per cause naturali o, come nel caso di Helen Keller, di disgrazie che portano ad incredibili soluzioni di vita.

Helen Keller nei suoi diari dedica moltissime righe descrivendo minuziosamente le sue esperienze olfattive da persona sordo-cieca e come questo uso del senso dell’olfatto nella sua vita diventi come non mai indispensabile, come se tutti i suoi sensi si fossero trasformati ed incanalati nel suo naso. Il suo naso poteva vedere, sentire, parlare, odorare e gustare. Lei riusciva attraverso la comunicazione col suo naso ormai affinatissimo ad identificare le persone, a tracciarne un profilo psicologico e perfino a capire che tipo di lavoro svolgessero. Aveva imparato a pensare annusando il mondo; privata degli altri sensi aveva amplificato all’impossibile quello dell’olfatto… riusciva a percepire cambiamenti metereologici e tutte le sfumature della realtà che la circondava, ogni odore per lei corrispondeva ad una lettera o una parola che le raccontava tutto quello che esisteva. L’olfatto assieme al tatto ed il gusto scaturivano in lei una capacità incredibile di riuscire a concepire persino i colori, sapeva scindere un colore dall’altro attraverso l’uso e la collaborazione all’unisono dei sensi; anche nel sonno Helen aveva piena consapevolezza di odori e colori e sapori “Negli odori e nei sapori vi sono qualità non abbastanza distinte per essere fondamentali” ecco perchè le chiamava così sfumature olfattive.

A prescindere dunque dal sesso (le donne sono sensibilmente più portate all’uso del naso),  uso di sostanze nocive (alcohol, tabacco e droghe), stato di salute generale e considerazioni di antropologia sensoriale la capacità e la variabilità dell’olfatto umano sono dunque estremamente vasti e pieni d’eccezioni. Esistono persone nelle quali la sensibilità all’olfatto è di gran lunga superiore alla norma per una serie infinita di ragioni, in questo caso nei ciechi questo senso diventa assieme al tatto il privilegiato, queste persone non appartengono alla già citata società visivo-acustica ma a quella nicchia esperienziale che privilegia la collaborazione dei due sensi più misteriosi e più incontrollabili che possediamo. Allenano il naso fino a farlo diventare ogni ragione di movimento, di scelta, di orientamento, perfino di sicurezza… si può parlare anche in questo caso di “vedere la realtà”? La mia risposta come potete leggere è implicita.

THE NOSE RELATIONS

E se ad un tratto scoprissimo oltre alle scarpe, il make-up, un bel sorriso o uno status symbol che c’è qualcos’altro che ci aiuta nelle nostre relazioni sociali?

Chi è? Il nostro naso ovviamente!

Quando si dice fiutare la gente… l’olfatto è il nostro primo approccio, il nostro primario strumento di selezione a prova di pelle quando ci troviamo a contatto con i nostri simili e per di più opera del tutto inconsciamente. Che scoperta non è vero? In realtà questa cosa è già ben nota dal nostro antenato Australopithecus  che pur essendo limitato in strumenti, sicuramente aveva un olfatto cento volte più sviluppato di noi, noi che abbiamo una naturale attitudine al visivo-acustico. Abbiamo quasi esiliato questa forma di sensibilità, anzi l’abbiamo resa solamente forma di bellezza quando c’è ben più da raccontare ed esprimere; se fossimo pienamente consapevoli delle potenzialità di questo senso capiremmo e conosceremmo meglio i nostri comportamenti socio-emozionali in una società che si esprime ad immagini.

Per stuzzicare la vostra curiosità vi faccio riflettere sul fatto che l’olfatto a differenza degli altri sensi, è sempre e comunque attivo; mentre la vista può essere parziale, l’udito c’è se siamo in presenza di suoni ad una certa frequenza o se usiamo il gusto solo e soltanto quando mangiamo qualcosa, l’olfatto non può essere volontariamente disattivato. È sempre presente, ci accompagna durante tutta la nostra vita. Negli animali e negli insetti  è l’organo vomeronasale a permettere all’animale di entrare in contatto con i suoi simili attraverso sostanze emesse che portano quindi delle informazioni e a differenza dell’organo olfattivo consente l’accesso a sostanze chimiche liberate nell’ambiente, quelle che conosciamo come feromoni. Queste sono dei veri e propri segnali comunicativi che influenzano la sfera sessuale e sociale. Noi specie umana non abbiamo questo organo che a quanto pare degenera dopo pochi mesi alla nascita, o quantomeno è considerato rudimentale, da qualche anno però è al centro di studi per la supposta esistenza di feromoni umani e quindi del loro valore semiotico.

È stato comunque accertato il fatto che nelle relazioni sociali come nella scelta del partner l’intervento dell’olfatto è silenzioso ma presente, ci accostiamo a qualcuno per qualche inspiegabile ragione, utilizziamo l’olfatto come strumento inconsapevole nella scelta del nostro compagno… è l’odore ad attrarci prima di qualsiasi altra cosa. Com’è l’odore ad allontanarci dalle persone quando percepito come sgradevole, o semplicemente quando adduciamo la spiegazione: è un fatto di pelle. Proprio così, l’odore della pelle.

L’idea che sia il nostro naso il selezionatore delle persone di cui ci circondiamo mi fa sorridere ed allo stesso tempo mi affascina tantissimo… questo senso che resta ancora un mistero per la biologia è per noi come un angelo custode, sempre cosciente nella nostra incoscienza e costante nelle informazioni e nelle sensazioni che ci trasmette. Potrebbe essere una delle poche certezze della nostra vita e chissà quante potenzialità si potranno ancora sviluppare grazie ad esso.

Abituazione

E poi… esistono gli odori fantasma. Non ci credete?

Quante volte vi sarà successo di entrare in un qualsiasi ambiente caratterizzato da un particolare e persistente odore? Una pasticceria, una profumeria stessa, un negozio di vernici: cos’accade? Accade che dopo un certo tempo che siete lì il forte odore scompare, eppure non viene eliminato… semplicemente diviene fantasma; il vostro naso in presenza di uno stimolo odoroso prolungato si adagia per saturazione e si culla incosciente in quell’aroma.

Scientificamente i recettori che sono nel nostro naso non inviano più informazioni al cervello, se volessimo ficcanasare invece, la sottoscritta immaginerebbe d’inspirare a fondo un aroma di vari colori… morbido come fumo scorre nelle narici e arriva nella testa  riempiendola dolcemente. Immaginerei il cranio ondeggiare come fosse un palloncino carico d’elio, in fondo la testa vola immergendosi nella fantasia quindi perché non immergersi completamente in un odore?

“Un po’ come succede per l’udito: dopo qualche tempo ci abituiamo al ticchettio della sveglia in una stanza e non vi facciamo più caso” (Engen 1982, Holley 1999, Brand 2001)

L’attenzione è un fattore psicologico che interviene nell’olfatto come nell’udito. Si può non far più caso all’odore della propria casa per disattenzione come al costante passaggio di auto sotto la propria finestra. E il suono del mare?

Percepisco l’odore e il suono come due manifestazioni che si fanno compagnia: posso produrre un odore con l’ausilio di un suono. Possono danzare assieme nell’aria, il suono vibra nell’odore…e l’odore può ricordare cosa produce quel suono. Trovo rassicurante l’idea di poter cullare il mio essere sia nell’udito che nell’odore; lo stare sempre vigile e  concentrata mi svuota. E anche se per qualche istante o ora che sia, i recettori sensoriali si addormentassero lasciando posto all’abituazione, sarebbero momenti o periodi per rinfrancare l’anima e prepararla serenamente alla novità, no?