Ambra, ambra delle mie brame

Cosa c’è di più bello di bramare qualcosa? Un’immagine, un sogno, un pensiero, qualcosa d’incorporeo e forse irraggiungibile.

Qualcosa che potremmo a volte solo sognare. Effimero e bello. Da scacciare ogni cosa che non va, ogni pensiero che non ci piace.

Questo antico potere veniva attribuito proprio all’Ambra. Lo sapevate?

Ambra, l’etimologia del termine è incerta, ma sembrerebbe derivare dall’arabo “anbar” (tuttavia gli Arabi confondevano l’ambra con l’ambegris, una sostanza secreta dai capodogli e bramata dall’industria cosmetica). L’Ambra comunque è proprio una resina.

Proviene dal corpo delle conifere, sono delle lacrime che fuoriescono da lesioni sul tronco e si trasformano in resina fossile. Secondo la mitologia, quando Fetonte figlio di Helios (il Sole) fu ucciso le sue sorelle in lutto divennero pioppi e le loro lacrime divennero l’origine di élektron, l’ambra. Secondo antiche leggende vichinghe, invece, l’ambra sarebbe derivata dalle lacrime degli uccelli marini.

Gli antichi Egizi la trasformavano in monili, gioielli preziosi da indossare e soprattutto la utilizzavano nei sacri procedimenti di mummificazione.

Gli egiziani rispettarono molto questa pietra, la considerarono una riserva di energia solare e credettero:

“L’ambra può essere il frutto fresco della cura di Ra (dio del sole). Gli dei vivono nel loro dolce aroma; e il suo colore è molto simile all’oro.”

[COLLANA CON PENDENTE A FORMA DI COLEOTTERO, ITALICO O ETRUSCO, 550-400 A. C. AMBRA, ORO E CORNIOLA. LOS ANGELES, J. PAUL GETTY MUSEUM]

Dulcis in fundo, l’ambra è un ingrediente utilizzatissimo in profumeria. I profumi all’ambra sono un caposaldo nel mondo fragranze, consigliati soprattutto in autunno e in inverno, quando di pari passo con l’arrivo della stagione fredda, le note olfattive più calde  si fanno interpreti privilegiate del bisogno di un abbraccio rassicurante. In passato era proprio il potenziale erotico dell’ambra ad affascinare la nobildonna del’700, che dopo i suoi bagni profumati era solita cosparsi di un unguento realizzato con gomma di opoponax, geranio, cannella e rosa.

In profumeria quando si parla di ambra si fa riferimento a un mix di ingredienti che insieme danno vita all’inconfondibile profumo che la caratterizza; un accordo, dunque, e non un unico elemento. Tra le note olfattive più utilizzate per realizzare i profumi ambrati c’è la resina estratta dal cisto labdano, un arbusto sempreverde usato in profumeria da oltre 3000 anni, caratterizzato da un aroma intenso e forte. Dalla pianta si ricavano sia l’O.E. di cisto che quello di labdano, dai sentori avvolgenti. Al labdano viene affiancato spesso il benzoino, altra resina appartenente alla famiglia ambrata orientale estratta da due diverse piante, il benzonio del Siam (Styrax tonkinensis) e il benzonio di Sumatra (Styrax benjoin). Più vanigliato il primo, più pungente il secondo, sono destinati alle note di fondo nella composizione di una fragranza.

E’ importante capire e chiarire questo punto: quando ci rechiamo in profumeria e chiediamo un profumo che contenga ambra, non stiamo parlando della resina, quello a cui ci riferiamo non ha nulla a che vedere non solo con l’ambra resina fossile, ma nemmeno con l’ambra grigia. Purtroppo il nome è  affascinante e fuorviante. Ciò che possiamo chiedere è un accordo ambrato, quello che abbiamo citato prima che, accostato a note orientali e legnose o cremose e vanigliate, ci da la sensazione avvolgente e sensuale che cerchiamo.

FOCUS SU ALCUNE FRAGRANZE CHE CONTENGONO ACCORDI AMBRATI:

FREDERIC MALLE Portrait of a Lady;
DIPTYQUE Fleur de Peau;
ANDY TAUER L’Air du Desert Marocain;
Maison Francis Kurkdjian Grand Soir;
XERJOFF Alexandria II;
JEROBOAM Vespero;
BYREDO Vanille Antique

Don’t stress my nose

La parola “stress” è tra le più gettonate sui motori di ricerca, lo sapevate? Anche tra le più abusate nel parlare quotidiano, questa parola sembrerebbe rappresentare la causa maggiore di tutti i mali contemporanei – oltre che una considerevole parte di giustificazioni della più svariata natura.

Stress… parola di derivazione latina strictus «stretto», la nostra Treccani recita:

“[…]Nell’uso corrente: tensione nervosa, logorio, affaticamento psicofisico, e anche il fatto, la situazione e sim. che ne costituiscono la causa.”

Ma voi sapevate che sotto stress riusciamo a sentire meglio gli odori? Il nostro olfatto si amplifica. Non solo l’ansia crea un cattivo odore, ma lo stress aumenta la nostra capacità di agguantare molecole olfattive dai nostri recettori, peggiorandole.

Immersi  in uno stato di ansia e stress gli odori che generalmente riconosciamo come neutri diventano chiaramente negativi, questo dicono le ricerche. “Le persone che avvertono un aumento dell’ansia mostrano una diminuzione della piacevolezza degli odori percepiti”.

Nel corso di un esperimento condotto dall’Università del Wisconsin, i ricercatori hanno osservato  che (tramite utilizzo di tecniche comportamentali e utilizzando la risonanza magnetica funzionale, fMRI) due circuiti separati e tipicamente indipendenti del cervello – uno dedicato all’elaborazione olfattiva, l’altro all’emozione – diventano strettamente connessi in condizioni di ansia. Dopo essere stati sottoposti ad uno stato di stress, i soggetti vengono invitati nuovamente a giudicare alcuni odori neutri testati prima, valutando negativamente la maggior parte degli odori che prima avevano considerato come neutrali.

“Nella gestione tipica degli odori, di solito è solo il sistema olfattivo che viene attivato. Ma quando una persona diventa ansiosa, il sistema emozionale diventa parte del flusso di elaborazione olfattiva.”

Cit. Prof. Wen Li, Department of Dairy Science University of Wisconsin-Madison

Quindi non solo siamo più sensibili agli odori che ci circondano, ma alcuni potremmo percepirli come sgradevoli. Questo non vuol dire che siamo circondati da “puzze”  ma semplicemente siamo più sensibili e più portati a peggiorare ciò che – in condizioni normali – non è ne troppo buono ne troppo cattivo.

Photo by Sarah Mak on Unsplash

Un buon rimedio a tutto questo? Tre respironi ed una buona dose di oggettività rinforzata. Ma se neanche questo dovesse bastare allora non consideriamoci casi disperati, possiamo provare a circondarci di ciò che ci fa stare bene, di chi ci rende leggeri, di un odore… magari un profumo che assopisca il negativo, le paure, il senso di oppressione.

Nel 2020 infatti si parla di nuove ” fragranze anti-stress” assolutamente senza genere, contenenti, ad esempio, note di caffè, di rosmarino – che agisce a livello cerebrale aumentando l’attenzione e migliorando l’umore – oppure di mandarino, la lavanda o il basilico – che stimola le funzioni intellettive.

Comunque nel futuro del settore fragranze si prospetta uno sviluppo tutto in chiave ‘funzionale’ per ‘accendere’ meglio le reazioni del cervello e aiutare il corpo ad essere più reattivo e performante. Parole chiave: buono e funzionale!

SAMADHI, il cammino verso il cuore

Così, ti cattura Samadhi, con una mano sul cuore ed una sulla fronte. Per guardare ad occhi chiusi orizzonti lontani dal mondo, ma estremamente vicini all’anima profonda di noi stessi e delle cose.

Sarà l’arancio, il cedro atlantico, l’incenso o la mirra? Quelle materie che viaggiano congiuntamente per elevarci nello spirito? Trovare noi stessi nella profonda concentrazione e silenzio della mente. Fermare i pensieri distruttivi che ci appesantiscono come metalli – fatica mentale – e concentrarci su ciò che abbiamo davvero. Un ora denso e irripetibile, la più grande sfida che abbiamo.

Samadhi in sanscrito vuol dire letteralmente “mettere insieme”, giungere alla concentrazione attraverso uno stato meditativo costante.

Barbara Pozzi di Olfattiva traduce questo concetto così profondo in un profumo che ci accompagna durante il nostro viaggio verso un atteggiamento mentale che unisce, indirizzando le nostre energie mentali verso un’unica meta. Senza dispersioni, senza distogliere lo sguardo appassionato pieno di beatitudine, forza e serenità. Io vedo in fondo al percorso il cuore. Respirando Samadhi si può scorgere un’indicazione per la strada verso il pensiero infinito.

“L’attenzione conduce all’immortalità, la disattenzione alla morte; gli attenti non muoiono mai, i disattenti sono come morti.”  Gautama Buddha

E’ l’equilibrio giusto tra le note di Samadhi – e la loro incredibile forza – a renderlo un profumo di una potenza mentale incredibile.
Il viaggio della fragranza inizia con un arguto ma morbidissimo arancio, vivace e rassicurante, si presenta per equilibrarci e prepararci alla forza del cedro atlantico che stabilizza la nostra potenza – il nostro coraggio interiore – irrompendo con eleganza. Rassicura, avvolgendoci le spalle e dandoci una piccola spinta verso ciò che vogliamo davvero.
E poi Samadhi ci sorprende: con un gesto – come due mani che si uniscono e si portano verso l’alto – ci offre un’esperienza profonda, ci congiunge al nostro lato spirituale grazie all’incenso. Mostra il ponte che ci collega al cielo. Questo ponte, dall’odore denso e un po’ balsamico, è la mirra – nell’Egitto antico si racconta che provenisse dalle lacrime di Horus, il Dio del Cielo.
Samadhi ci induce alla riflessione. Ci rassicura e ci prepara con serenità ad un viaggio per ritrovare il nostro cuore, nella profonda – e a volte buia – complessità della nostra anima.
Per quelle anime che non smettono mai di cercare, di camminare. Per quelle anime libere – e a volte un po’ irrequiete – per le quali una domanda rappresenta un’opportunità di avere esperienze.

Gioioso, elegante ed introspettivo. Samadhi ci accompagna nella nostra giornata con discrezione ma con la sicurezza di essere sempre lì, con noi, per non farci vacillare, per mantenere chiara ed unita la nostra visione sul mondo e sul cuore.

 

Di Narciso e narcisisti vari

Parliamo di Narcisi, e qui ci sarebbe un capitolo a parte per gli uomini, ma mettiamo da parte le paturnie maschili ed il loro mondo per il momento, e concentriamoci su questo fiore poetico.

Il suo nome deriva dal termine greco narkissosche a sua volta deriva dalla parola narkao che significa intorpidire o irrigidire.

Che bello il Narciso! Un fiore aggraziato e profumatissimo che seppur dalle dimensioni contenute può raggiungere altezze di 50 centimetri! Ne esistono tante e varie specie ma tutte accomunate da eleganza e bellezza.

Lo sapevate? E da qui riprendiamo le paturnie maschili, mai fiore fu più azzeccato di questo: dalla mitologia greca, narra Ovidio che Narciso nacque dal dio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope. Crescendo Narciso divenne un giovane di straordinaria bellezza ma dal cuore duro. Questo attraeva molte ninfe ma Narciso le rifiutava una ad una. Un giorno però una di esse di nome Eco, amareggiata dal suo rifiuto, si ritirò nelle valli desolate a piangere e disperarsi per il suo amore non ricambiato fino a  quando il suo corpo non sparì e di lei rimase solamente la voce. – Sì, noi donne siamo bravissime a drammatizzare il drammatico!- 

La storia di Eco colpì e fece rattristire la dea Nemesi, la dea dei delitti impuniti – La catwoman della mitologia greca praticamente – la quale decise di punire Narciso. Un giorno mentre era a caccia s’imbatté in una pozza d’acqua e decise di bere ma a quel punto vide la sua immagine riflessa e si innamorò perdutamente di se stesso. – Che novità per gli uomini eh? –  Rimase a contemplare l’immagine nella pozza per lungo tempo ed alla fine si rese conto che l’unica immagine che vedeva era la sua. Cosciente che non avrebbe mai potuto ottenere il suo amore decise quindi di lasciarsi morire. La profezia di Tiresia si era avverata. Quando le niaidi, ninfe delle acque dolci, e le driadi, ninfe delle querce, decisero di prendere il suo corpo per il funerale al suo posto trovarono un fiore, che fu chiamato Narciso.

Nel linguaggio dei fiori  il narciso ha significati positivi è negativi, nel positivo rappresenta  l’autostima, personalità forti e sicure di se, di contro nel negativo rappresenta la vanità e l’incapacità d’amare – e qui torniamo ai nostri amatissimi narcisisti con tendenze egoiche da urlo!-

L’assoluta di Narciso si ottiene mediante distillazione dalla concreta, il suo odore dolce è fortemente verde ed erbaceo, è in sé un potentissimo narcotico con proprietà antispasmodiche eccellenti. Ecco perché il suo profumo deve essere bilanciato in dosi oppure accostato ad altre materie prime, potrebbe causare anche cefalee.

Lo sapevate che nell’antica Roma utilizzavano il narcissum, un unguento ottenuto dai fiori di Narciso per comporre fragranze oppure in Arabia era utilizzato come potente afrodisiaco? Insomma ci troviamo di fronte ad un fiore piccolo ma dalle possibilità e proprietà incredibili.

Pierre Guillaume porta nella collezione Parfumerie Generale una fragranza elegante e selvaggia su una scia chypre-floreale, sensuale ed animale, come una cavalcata nella brughiera a briglie sciolte con i capelli al vento: questa fragranza è Arabian Horse 3.1.

Con un numero incredibile di ingredienti di rara qualità possiamo trovare l’assoluta di narciso, l’assoluta di labdano e il cypriol cœur – creano un disegno olfattivo sontuoso, irregolare ed molto evocativo. Percezioni umide di erba e fiori selvatici, pelle vintage e sudore animale si intrecciano in questa fragranza che inizia il suo galoppo con note vegetali fresche, riscaldandosi poi con cypriol, legni e ambra che danno un tocco orientale.

Un profumo per cambiare

Listening to the wind of change cantavano gli Scorpions… io invece dico: annusate amici, non andate a caso, usate il naso. Voglia di cambiare?

Niente paura, non si tratta di chirurgia estetica ne di compulsivi tagli di capelli, qui si respira aria di cambiamento e già che la inspiriamo perché non renderla profumata?

Odori per cambiare, un solo aroma può bastare per sentirsi diversi? E se sì, quali sono queste piccole magie impalpabili che ci fanno sognare? La risposta è sempre quella: quello che c’è al centro del nostro viso può essere il miglior stylist della nostra vita.

Quando si dice “cambiare profumo” non è semplicisticamente un fatto di noia, il cambiamento che avviene dentro di noi è ben più profondo… è emozionale. Cambia l’aroma che ci identifica: cambiamo anche noi. Quello che scegliamo di comunicare al mondo semplicemente con la nostra presenza attraverso una scia odorosa, il nostro messaggio personale, cambia forma al passo con quello che viviamo.

Secondo il Buddhismo abbiamo più di una vita a disposizione per raggiungere il Nirvana, la rinascita dello spirito che dopo la morte si distacca dal corpo che prende necessariamente tutto ciò che è stato. In virtù del Karma quel che l’individuo semina raccoglierà, in virtù del nostro olfatto ciò che abbiamo annusato e che ci ha accompagnati in un dato momento della nostra vita, ad un certo punto si spegnerà lasciando posto ad un altro aroma e sarà per sposarsi al meglio con la nostra personalità (che ovviamente avrà collezionato mille e più odori).

Quindi se siete in uno dei periodi di congiunzione della vostra vita fermatevi un attimo ed annusate: avete voglia di leggerezza? Il mughetto è quello che fa per voi. Siete stanchi d’incrociare le dita aspettando buone notizie? La risposta è il biancospino. Voglia di nuove amicizie? Potrà guidarvi un buon profumo di Fresia. In cerca di una dose di buon umore? Provate una fragranza agrumata, come una colonia.

Sapevate che la percentuale di odori correttamente distinti non oltrepassa il 70-80%? Mi viene da pensare che nel restante 20% in mezzo a tutti i fattori dell’apparato olfattivo e cerebrale, ci sia anche del nostro: una piccola architettura che inconsciamente abbiamo costruito e che al momento giusto, stimolata dall’odore giusto, potrà regalarci un’emozione o perché no, una nuova noi! Con l’odore giusto anche il lato più straordinario che avevamo lì, latente, pronto per noi, potrà attivarsi ed essere coltivato con estrema naturalezza.

Il fatto interessante è che possiamo scegliere di cambiare o possiamo scegliere di rivivere e farci circondare da un ricordo, un’idea di qualcosa che ha avuto particolare significato nella nostra vita, indossarlo e sentirci più a casa in questo modo che fra quattro mura domestiche e farci rinascere. Perché la verità è che un profumo, un odore… sono come la petite robe noir con la differenza che ogni volta indossato ci regala sensazioni differenti, e se davvero una composizione di aromi è capace di farci sentire “nuove”, il primo passo da fare non è ridotto semplicemente allo scegliere una fragranza nuova ma a quello di annusare ciò che c’è nella tavolozza della nostra anima, liberare le narici e far entrare il mondo!

FOCUS FRAGRANZE

Ad aiutarci a sondare il nostro io più nascosto ed a scoprire quello che si agita in noi ora c’è una serie di profumi: la Black Series di Blood Concept, esplorando quello che scorre nelle nostre vene sono state create quattro fragranze che rappresentano i vari gruppi sanguigni 0, A, B e AB.

A darci l’idea di un giardino segreto, fiabesco quasi ed inusuale, dove riposano fiori o innocenti o velenosissimi ma estremamente magnetici; ispirato ai giardini botanici caratteristici del 18°secolo dov’era possibile trovare specie esotiche e rare troneggiando con i loro colori vividi e forme incredibili. Parliamo di FLORABOTANICA di Balenciaga, un profumo con un’esperienza sensoriale molto particolare. Rappresenta la magnetica sensualità in noi, senza dolcezza, senza essere dichiaratamente attraente.

Per svelare il misticismo che c’è in noi… solo la pietra. Olivier Durbano ci svela come Lapis Philosophorum il segreto delle gemme: tormalina, quarzo citrino, giada, ametista, cristallo di rocca e turchese. Jus insoliti nei quali sono racchiusi antichi poteri terapeutici delle pietre, dove il simbolismo del regno minerale incontra gli aromi vegetali. Una fragranza per un noi riflessivo, giunto al punto di meditazione e raccoglimento o semplicemente per rasserenare lo spirito.

Da zero

C’era una volta un blog, c’era una volta pure una ragazza che scriveva in questo blog e poi c’era anche un Database non rinnovato.

Vademecum per chi, come me, ha perso quattro anni di articoli (fossero chili di troppo), migliaia di parole e pensieri e non ha salvato tutto da un’altra parte.

Le lezioni s’imparano non s’insegnano. Così dalla mia lezione imparata (Dio quanto fa male) e da questo nuovo sito riparte Ficcanasando. Da zero.

Riparto da me.

Non tutto accade per caso (e per distrazione), essendo fatalista nonché divoratrice di cioccolata e profondamente sognatrice, forse era il momento giusto per cambiare qualcosa.

E se è vero che ci evolviamo continuamente ed ogni minuto che passa non siamo più gli stessi – figuriamoci un Blog… è giunto il momento di parlare con la nuova voce di Ficcanasando.

Re e Regine gli odori, le materie, le fragranze, principi e principesse i pensieri – le persone – le cose – le esperienze.

Raccontare è una dote. Raccontarsi un regalo.

Ed io continuerò a donare tutte le parole che riesco a trovare, mettendole assieme come in quel momento – in quel giorno – magari dopo un calice di rosso, mi viene da fare.

Ci credo, con tutta la più bella follia che riesco a trovare, ci crederò sempre nel potere delle parole e dell’olfatto (e del tacco 12 in un paio di decolleté noir).

Bentornati.

Da zero.

D’incensi e dell’arte del fumigare

C’era una volta un tempo in cui il valore di certe cose era inestimabile. Un tempo in cui le cose importanti non svanivano, ma rimanevano dormienti in attesa del momento in cui risvegliarsi ed apparire in tutto il loro splendore.

Un tempo si spendevano ricchezze inverosimili per gli incensi, si costruivano strade internazionali per favorirne il commercio. L’atto della fumigazione era una cerimonia praticata ogni giorno, per i nativi americani, in particolar modo per gli sciamani, tale cerimonia è un modo per stabilire un collegamento tra il cielo e la terra.

Ma come funziona esattamente una fumigazione? Si lasciano ardere sostanze aromatiche, spesso di origine vegetale, su una fonte di calore quale un carboncino o candela. Salendo verso l’alto il fumo porta con se l’aroma e lo diffonde nell’ambiente assieme ai principi attivi delle sostanze delle quali è composto, così facendo vengono assorbiti dal naso e la bocca agendo poi sul corpo e sulla mente. In realtà l’atto della fumigazione è molto più coinvolgente di quello che si pensi, attiva in accordo la vista (osservando le spirali e i nastri di fumo librarsi nell’aria) , il naso (inaliamo e assorbiamo i principi attivi), il tatto (percependo il calore nell’atto di accendere il carboncino o candela e anche al contatto con la materia prima da fumigare), l’udito (che si attiva ascoltando il bruciare del carboncino appena acceso).

La fumigazione per altro si trova alla base dell’aroma terapia e poi della profumeria, ricodiamoci che il termine “profumo” deriva dal latino per fumum che vuol dire “tramite il fumo”. Se nel passato le fumigazioni venivano utilizzate come vettori per comunicare ed inviare messaggi al cielo e purificare ambienti malsani, quanto anche a profumare oggetti, indumenti ed influenzare magari l’attività onirica oggi purtroppo sono in pochi ad avere una vera conoscenza approfondita di questo rito. La società purtroppo ci espone a fumigazioni anche involontarie: pensiamo alle ciminiere, allo smog delle automobili che non portano alcun benessere; persino nelle nostre case viviamo la presenza di odori sintetici e contraffatti. Per fortuna negli ultimi dieci anni l’aroma terapia sta risvegliando un interesse ed una consapevolezza che sembravano perduti ormai. Stiamo cercando un nuovo legame con la natura, il senso dell’olfatto è stato a lungo messo da parte e stiamo cercando valori al di la dell’artificialità e del consumismo.

Stiamo tutti cercando tempo per noi stessi, per sfuggire allo stress, per liberare l’anima nei piacevoli momenti di meditazione e attraverso l’incenso troviamo momenti di vera spiritualità. L’incenso richiede tempo, tempo che dobbiamo concedere se vogliamo riceverne in cambio. Accendiamo la candela o carboncino, sistemiamo l’incenso e ventiliamo in modo che la combustione non s’interrompa… tutto questo mentre sprofondiamo nella percezione immediata del fumo e dell’aroma.

Nell’incenso che brucia, nel fumo che sale, cogliamo il simbolo della transitorietà della materia. Momenti di pura riflessione ed introspezione.

Dal verbo latino inspirare suggerisce come l’atto del “soffiare” possa influenzare la mente e quindi l’ “ispirazione”, le nostre capacità creative.

L’olfatto è uno dei sensi più antichi: dal centro cerebrale olfattivo si è sviluppato il cervello pensante, ossia la corteccia. Grazie alla combustione, i tessuti vegetali liberano le molecole aromatiche che salgono con il fumo e si diffondono nell’ambiente. Quando respiriamo tali molecole entrano in contatto con la mucosa olfattiva alla radice del naso e lo stimolo viene trasmesso al centro cerebrale: qui si influenzano le sedi emotive, la produzione ormonale e il sistema neurovegetativo. Gli aromi hanno una percezione diretta sulla nostra percezione e ciò spiega il forte influsso delle fumigazioni possono esercitare sull’umore, l’emotività e stati d’animo.

Se gli antichi saggi custodivano i segreti sulle capacità degli incensi di dischiudere le porte della coscienza e potenziare la percezione di altri mondi, noi nel nostro quotidiano possiamo utilizzare questa materia preziosa per ritagliarci un momento sacro solo per noi stessi. E magari ritrovare questo momento in piccola parte per tutto il giorno indossando fragranze a base d’incenso, resine e altre materie che ci ricondurranno al momento della fumigazione.

A presto nasini!

La fille de Berlin, un profumo per Marlene

Già con la sola sua voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo.

Hemingway

Bellezza senza tempo. È così che hanno definito tutti quelli che hanno avuto la fortuna (e non) di conoscere Marlene Dietrich. Una donna dal fascino ambiguo, profondo, che sembra emanare odore di Taffettà, crinolina e rossetto.

Marlene, diva indiscussa del cinema di inizio Novecento. L’unica che in una foto dall’espressione astratta e altera, in frac da uomo a cavalcioni su una sedia, potrebbe essere collocata accanto all’aggettivo “bello”.

Evidentemente Serge Lutens ebbe un’illuminazione da Marlene quando decise che la co-protagonista del suo film olfattivo fu proprio la Dietrich.

La fille de Berlin, un profumo che ha come essenza dominante la rosa: non c’è nota più adatta ad evocare determinazione, la tenacia e la sfrontatezza così sensuale della Dietrich, l’unica a fondere la parte maschile alla femminile in un risultato così ammaliante.

La Fille de Berlin è una storia femminile ambientata a Berlino, sfiora il dramma di una fanciulla dalle labbra color sangue, che cinge al petto una rosa vestita di spine.

È stato semplicisticamente classificato come un orientale-fiorito. Un mix di Rosa-Pepe con accenti freschi di peonia, un soffio di geranio e una discreta spolveratina di spezie.

Detto questo, vi lascio con le parole del compositore.

«Ho immaginato una rosa di metallo che riposa sulla neve ma che ha il carattere della passione. È una rosa piena di spine, non si sottomette. La sua fragranza allevia, stordisce e sorprende. Questo profumo è contraddittorio: deciso e consolante al tempo stesso. La rosa è un fiore sontuoso, fatto di sangue, di notte, di neve e di gloria. È stupefacente, la sua violenza è la sua bellezza. Questa rosa è pura invenzione. È una rosa piena di spine, furiosa, speziata, cipriata, con un tocco di pepe, estremamente persistente. La fille de Berlin è un profumo complesso che nulla ha a che vedere con una fragranza soliflore. Questa rosa evoca l’immagine di una donna forte, sfrontata, indipendente, mascolina ma estremamente provocante. Questa rosa è Marlene Dietrich nel film Morocco di Von Sternberg. In quel film indossa un frac da uomo che le fascia la vita e i contorni ondulati e sinuosi: seduce e provoca, affronta e scandalizza, è più donna che mai, mette al femminile quello che c’è di più maschile». 

Serge Lutens.

Profumi per fare bei sogni

Quando si dice dormire bene… preoccupazioni a parte, pare che riposare bene e fare bei sogni non sia così impossibile.

Prima di abbracciare il cuscino siete ansiosi? Preoccupati per un esame? Tormentati dal lavoro? Niente paura, sembra impossibile ma anche in questo caso il nostro naso può aiutarci.

Si fa presto a dire “Buonanotte” o “Fai bei sogni”, non dipende da noi molto spesso come lavora il nostro inconscio (magari si potesse avere qualche dritta!) ma può dipendere da noi cosa mettiamo sotto il naso. Ebbene sì, sembra che…

SE NELLA CAMERA DA LETTO SIANO PRESENTI ODORI ‘PIACEVOLI’ SI RIPOSI MEGLIO E SI FACCIANO BEI SOGNI, DI PER CONTRO CATTIVI ODORI O ODORI TROPPO FORTI PROVOCHEREBBERO INCUBI E SONNO AGITATO.

Vero o no dobbiamo dare una chance a questo scienziato tedesco Boris Stuck (Policlinico ospedaliero di Mannheim).

Sembra che fragranze aromatiche e delicate come l’odore di rosa, regalino sogni belli, mentre odori sgradevoli  come possono essere i residui olfattivi della cena, condannano a sogni negativi. Questo ricercatore ha svelato per la prima volta questo legame pochi mesi fa al Meeting Annuale dell’ Head and Neck Surgery Foundation di Chicago.

Immaginate per un iperbolico istante di poter controllare il sonno da questo punto di vista, sarebbe sorprendente alla vigilia di un evento per voi importante o magari solamente per poter rigenerare un sonno perduto.

Sono state coinvolte nell’esperimento un gruppo di persone che hanno profumato le loro camere da letto per diverse notti, con aromi diversi o con cattivi odori. Al mattino i partecipanti raccontando i loro sogni e connotandoli dal punto di vista emotivo, hanno fatto emergere chiaramente la correlazione:

I SOGNI ERANO POSITIVI PER I SOGGETTI CHE HANNO DORMITO IMMERSI IN UN AROMA GRADEVOLE COME QUELLO DEI PETALI DI ROSA, CATTIVI INVECE PER COLORO CHE NEL SONNO AVEVANO RESPIRATO AD ESEMPIO UOVA MARCE O ODORE DI BRUCIATO.

Anche gli odori dunque giocano un ruolo importante per una Buonanotte, la relazione ormai è stata ufficializzata. Quindi sembra che per abbandonarci tra le dolci braccia di Morfeo (e non precipitare nelle grinfie dell’insonnia) a quanto pare basti spruzzare qualche goccia di essenza di fiori sul cuscino o perché no, magari anche qualche erogazione del nostro profumo preferito su noi stessi.

Ricordatevi sempre i punti ideali dove il nostro profumo va indirizzato! Dietro le orecchie, alla base del collo, all’interno degli avambracci e dietro le ginocchia.

In Aromaterapia questi sono gli oli essenziali con effetto distensivo e rassicurante:

Lavanda

Mandarino

Verbena

Arancio amaro

Neroli

Camomilla

Gelsomino

Sogni d’oro e meno occhiaie per tutti!

L’odore della città

È quell’odore che hai addosso, l’odore della città. Quello che ti scorre sulla pelle della giacca, s’intreccia nelle trame dei tessuti, quello che senti appena scuoti i capelli, quello che quando ti svegli si mescola all’odore del caffè.

La città è un enorme contenitore di fragranze: ci sono quelle a base vegetale, quelle a base sintetica, quelle che sanno di uomo, di donna, quelle che ricordano le lacrime e la morte. Quelle che scoppiano di vita. Ci sono fragranze che pensi di non carpire ma nel silenzio e nel buio della notte evaporano dal caldo dell’asfalto e danzano, su, nell’aria. Raggiungono la  tua finestra ed iniziano a cantare una ninna nanna lunghissima, dura un sonno.

Ogni persona è un profumo, ogni fiore è una nota, ed il vento aiuta a vaporizzare tutto in un enorme nebbiolina invisibile di odori.

La senti addosso, la città. La senti specialmente in quelle bellissime e luminosissime giornate piene di buon umore quando passeggi in primavera col sole sul viso. Ti rendi conto d’un tratto di essere parte di un infinito insieme di essenze, quelle essenze dentro e fuori i corpi. E la natura ti avvolge e avvolge tutti i corpi.

C’è qualcosa d’irreale nell’odore di smog, di caldo, di frenesia. È un gioco artificiale, una composizione solo di note di testa e di fondo. Ti stordisce in un attimo e la sera a casa, la persistenza della vita di trattiene immagini, persone e sensazioni. E allora noi siamo forse le note che stanno al cuore?

È il profumo della città. Vero, crudo, sognante e sincero. Quello che ti dice tutto insieme e lascia decidere a te cosa assimilare, cosa indossare il giorno successivo. È come l’odore di un’amante ossessiva, come l’odore di qualcosa di vissuto e fuggito.

È la città che sospira.