Cosa c’è di più bello di bramare qualcosa? Un’immagine, un sogno, un pensiero, qualcosa d’incorporeo e forse irraggiungibile.
Qualcosa che potremmo a volte solo sognare. Effimero e bello. Da scacciare ogni cosa che non va, ogni pensiero che non ci piace.
Questo antico potere veniva attribuito proprio all’Ambra. Lo sapevate?
Ambra, l’etimologia del termine è incerta, ma sembrerebbe derivare dall’arabo “anbar” (tuttavia gli Arabi confondevano l’ambra con l’ambegris, una sostanza secreta dai capodogli e bramata dall’industria cosmetica). L’Ambra comunque è proprio una resina.
Proviene dal corpo delle conifere, sono delle lacrime che fuoriescono da lesioni sul tronco e si trasformano in resina fossile. Secondo la mitologia, quando Fetonte figlio di Helios (il Sole) fu ucciso le sue sorelle in lutto divennero pioppi e le loro lacrime divennero l’origine di élektron, l’ambra. Secondo antiche leggende vichinghe, invece, l’ambra sarebbe derivata dalle lacrime degli uccelli marini.
Gli antichi Egizi la trasformavano in monili, gioielli preziosi da indossare e soprattutto la utilizzavano nei sacri procedimenti di mummificazione.
Gli egiziani rispettarono molto questa pietra, la considerarono una riserva di energia solare e credettero:
“L’ambra può essere il frutto fresco della cura di Ra (dio del sole). Gli dei vivono nel loro dolce aroma; e il suo colore è molto simile all’oro.”
[COLLANA CON PENDENTE A FORMA DI COLEOTTERO, ITALICO O ETRUSCO, 550-400 A. C. AMBRA, ORO E CORNIOLA. LOS ANGELES, J. PAUL GETTY MUSEUM]
Dulcis in fundo, l’ambra è un ingrediente utilizzatissimo in profumeria. I profumi all’ambra sono un caposaldo nel mondo fragranze, consigliati soprattutto in autunno e in inverno, quando di pari passo con l’arrivo della stagione fredda, le note olfattive più calde si fanno interpreti privilegiate del bisogno di un abbraccio rassicurante. In passato era proprio il potenziale erotico dell’ambra ad affascinare la nobildonna del’700, che dopo i suoi bagni profumati era solita cosparsi di un unguento realizzato con gomma di opoponax, geranio, cannella e rosa.
In profumeria quando si parla di ambra si fa riferimento a un mix di ingredienti che insieme danno vita all’inconfondibile profumo che la caratterizza; un accordo, dunque, e non un unico elemento. Tra le note olfattive più utilizzate per realizzare i profumi ambrati c’è la resina estratta dal cisto labdano, un arbusto sempreverde usato in profumeria da oltre 3000 anni, caratterizzato da un aroma intenso e forte. Dalla pianta si ricavano sia l’O.E. di cisto che quello di labdano, dai sentori avvolgenti. Al labdano viene affiancato spesso il benzoino, altra resina appartenente alla famiglia ambrata orientale estratta da due diverse piante, il benzonio del Siam (Styrax tonkinensis) e il benzonio di Sumatra (Styrax benjoin). Più vanigliato il primo, più pungente il secondo, sono destinati alle note di fondo nella composizione di una fragranza.
E’ importante capire e chiarire questo punto: quando ci rechiamo in profumeria e chiediamo un profumo che contenga ambra, non stiamo parlando della resina, quello a cui ci riferiamo non ha nulla a che vedere non solo con l’ambra resina fossile, ma nemmeno con l’ambra grigia. Purtroppo il nome è affascinante e fuorviante. Ciò che possiamo chiedere è un accordo ambrato, quello che abbiamo citato prima che, accostato a note orientali e legnose o cremose e vanigliate, ci da la sensazione avvolgente e sensuale che cerchiamo.
FOCUS SU ALCUNE FRAGRANZE CHE CONTENGONO ACCORDI AMBRATI:
FREDERIC MALLE Portrait of a Lady;
DIPTYQUE Fleur de Peau;
ANDY TAUER L’Air du Desert Marocain;
Maison Francis Kurkdjian Grand Soir;
XERJOFF Alexandria II;
JEROBOAM Vespero;
BYREDO Vanille Antique