Shaman: purifichiamoci con il profumo

Non è una fragranza per il corpo, non è una candela e neppure un incenso, è Shaman l’ultima creazione di casa Jardin d’Ecrivains.

Shaman In realtà non è altro che la pregiata Salvia Bianca del deserto della California, si tratta di un prodotto completamente naturale.  Quasi sconosciuto alla maggioranza delle persone. Gli sciamani, negli antichi rituali di purificazione, lo utilizzavano spandendo volute fumose nell’aria per scacciare le energie negative ed il cattivo umore.

In questa versione Shaman è anche qualcosa in più, infatti si ispira alla Beat Generation e all’opera più significativa di Jack Kerouac “On the road” . Il naso Anais Biguine, creatrice della maison Jardins D’Écrivains, si è ispirata a questo nel realizzare un’inedita ed anticonformista proposta pour la maison.

Nella tradizione tramandata fino al giorno d’oggi, gli Indiani d’America affidavano ai fumi di queste foglie auguri e guarigioni, evocazione di forze naturali e benevole, per ritrovare quell’armonia e quell’equilibrio che ci rende parte dell’universo in un’atmosfera di meditazione.

Il funzionamento è molto semplice.

Basta bruciare due o tre foglie in un posacenere, accendendole con un fiammifero, poi soffiare delicatamente per alimentarne le braci, per liberare in bianche e dense volute, simili all’incenso. Una fragranza legnosa, erbacea, aromatica ci guida in un mondo di sovranità e spazi senza confine giungendo a Madre Natura e il Grande Spirito.

Non c’è dubbio che Shaman si presenta in modo affascinante, pensare di poter ritagliare uno spazio parallelo per un’atmosfera intensa, in casa propria lo rende ancora più oggetto di desiderio. Potrete trovarlo nelle profumerie specializzate nel raffinato packaging in total black ed un fiocco annodato a mano.

La confezione contiene circa 50 gr di prodotto, necessari per almeno 50 fumigazioni.

GAROFANO: IL FIORE CHE CURA IL CUORE

E’ un fiore, un’essenza, un ricordo, una cura e un odore. Il Garofano, il fiore più discreto che ogni giorno può capitarci sott’occhio senza invadere la nostra vista. Ma se solo aprissimo le narici verso i suoi petali, scopriremmo un odore antico che sa di leggende e d’amore. Scopriremmo anche che divertendosi si nasconde in una miriade di prodotti che utilizziamo e, inconsapevolmente, lui ci accompagna ogni volta.

Siamo abituati a vederlo all’occhiello ma siamo anche avvezzi ad associarlo al dolore, alla morte. Questo fiorellino ci sorprende tante sono le sue versioni.

Il Garofano o Dianthus, dal greco “fiore degli Dei”, appartiene alla famiglia delle Caryofyllaceae. Il genere abbraccia oltre 300 specie di piante erbacee e cresce nelle zone più temperate del mondo.

La leggenda narra che un giovane pastore si innamorò della dea Diana (Dea greca della caccia), che dopo averlo abilmente sedotto lo abbandonò. Incapace di rassegnarsi, il giovane folle d’amore pianse fino a morirne e dalle sue lacrime cadute a terra nacquero dei meravigliosi fiori, i garofani. Per questo il fiore viene immediatamente associato al dolore ed alla morte, anche nella tradizione cristiana, secondo la quale il garofano si originò invece dalle lacrime versate da Maria alla morte del figlio e cadute in terra.

L’odore del garofano è delicato e pungente, molto femminile e dalla persistenza discreta. Viene utilizzato persino in cucina, ad esempio, i suoi petali possono decorare i piatti con il loro aspetto elegante, ma anche costituirne cibo. Infatti i petali sono commestibili e possono arricchire di colore e originale sapore il piatto, a condizione che i fiori utilizzati non siano stati chimicamente trattati in precedenza.

Ovviamente è spesso usato in profumeria per l’ispirazione orientale, l’essenza assoluta di garofano viene estratta dai fiori di Dianthus mediante utilizzo di solvente. L’essenza assoluta di garofano è un liquido molto denso, dal colore verde-bruno e dall’aroma erbaceo e floreale molto intenso. Numerosissime composizioni di fragranze contengono essenza di garofano, alleggerisce il bouquet floreale e lo rende più femminile.

FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO GAROFANO:

Vitriol d’Oeillet di Serge Lutens; Jaipur bracelet de Boucheron; Baiser Volé di Cartier; Dianthus di Etro; Fleur de Louis di Finmark; Vintage gardenia di Jo Malone; L’air du Printemps di Nina Ricci; L’hetre revé de Nez-à-nez.

NOTE DI CUORE: COFFEE, CAFÈ, CAFFÈ!

“Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro.”

Eduardo De Filippo, in Fantasmi a Roma, 1961

Eduardo non aveva poi tutti i torti. Secondo un’indagine dell’Università di Coventry la caffeina stimola il sistema nervoso scatenando effetti benefici su pelle e ossa, oltre a stimolare la potenza muscolare, regalare una buona dose di buon umore e di energia in più. Ma da dove deriva tutto questo? Oggi scopriremo da dove ha origine il caffè!

Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea, all’interno di questo genere sono state identificate circa 100 specie, ma le specie più importanti per la nostra economia sono tre:

Coffea arabica, la più antica

Coffea canephora (sin. Coffea robusta), la più coltivata

Coffea liberica

La derivazione è dall’arabo qahwa: identificava il succo estratto da alcuni semi che veniva consumata come bevanda di colore rosso scuro, il quale, una volta ingerito, provocava effetti eccitanti, utilizzato anche come medicinale. Oggi, la parola araba sta  precisamente per Caffè.

La leggenda dice che un pastore di nome Kaldi pascolava capre in Etiopia. Un giorno le bestiole trovando una pianta di caffè cominciarono a mangiarne le bacche e le foglie.  Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con un’energia mai manifestata. Vedendo questo il pastore capì la ragione e abbrustolendone i semi, poi li macinò e ne fece un’infusione ottenendo Caffè!

Quindi ora vi è facile intuire perché anche solo l’aroma del caffè ci infonde – attraverso i recettori olfattivi – un messaggio di dinamicità e al contempo lo associamo ad una sensazione piacevole, quella che lenisce il risveglio per la maggior parte delle volte, traumatico. Associamo mentalmente ormai il caffè ad una pausa dallo stress, una pausa per stare in compagnia, il caffè ha la funzione (per esempio nei luoghi di lavoro) di poter socializzare o perché no, di conoscere nuove persone. Questa bevanda è talmente radicata nella nostra quotidianità e cultura che ci sono centinaia di associazioni mentali che il suo solo odore può scatenare.

La caffeina ha effetto stimolante sul sistema nervoso e su quello cardio vascolare e in cosmesi viene utilizzata per preparare prodotti anticellulite, snellenti e tonificanti per il corpo e cosmetici anti-age per il viso e per il contorno occhi. Per la profumeria gli esperti dicono che l’aroma del caffè ha circa 5000 diverse sfumature e combinazioni olfattive difficili da copiare. In profumeria le note di caffè hanno fatto il loro ingresso con l’arrivo nella moda delle fragranze orientali e quelle gourmet.

Qualche esempio?

Black Opium di Yves Saint Laurent, A*Men Pure Coffee  di Thierry Mugler, Coffee Break di Maison Martin Margiela, Ristretto Intense Café di Montale, Velvet Rouge  di Arte Profumi, Café Tuberosa di Atelier Cologne, Black Afgano di Nasomatto.

Il grande dilemma: Eau de Parfum o Eau de Toilette?

Non fu solo Amleto ad avere dilemmi irrisolti…

Vi è capitato mai di essere in profumeria e chiedervi qual è la differenza sostanziale tra le varie tipologie di fragranze? Di essere indecise su quale acquistare della vostra preferita? Oggi chiariremo le differenze e le particolarità di un Eau de Toilette, Eau de Parfum, Parfum e Cologne.

Innanzitutto è importante mettere in luce immediatamente che le differenze tra le quattro categorie è puramente per concentrazione di oli essenziali contenuti nel solvente.

Parlando di Eau de Toilette si ha una concentrazione tra il 5% e il 10% di essenza. La miscela è composta inoltre dall’acqua che conduce le molecole odorose ed ovvviamente dall’alcohol.

Nell’Eau de Parfum parliamo invece di un 15-20% circa in alcohol a 90° (la composizione più verosimile all’immagine odorosa che ha avuto il naso compositore)  e poi abbiamo il Parfum con la concentrazione più alta di materie prime il 25-35% in alcohol a 95° oltre alla concentrazione, si ha un odore molto più intenso e di conseguenza anche più persistente.

Parlando di Colonie invece si parla di freschezza, la sua concentrazione si aggira all’1-2% , è ideale per il dopo doccia o semplicemente per non sentirsi appesantiti d’estate o per chi preferisce una bassa persistenza addosso.

Non vi resta quindi che scegliere il vostro profumo anche all’uso che deciderete di farne. In base alla concentrazione e quindi alla persistenza, ci sono momenti e situazioni ideali per usare le nostre fragranze.

L’Eau de Parfum per esempio, avendo un’alta intensità,  fa emergere la nostra presenza  marcatamente resistendo sulla pelle anche 6-8 ore; è indicato per la sera o nel tempo libero quando non siamo costretti ad essere circondati da molte persone che potrebbero non gradire una persistente presenza aromatica. L’Eau de Toilette invece è indicatissimo per il giorno, per andare a lavoro, per lo svolgersi di ogni nostra giornata indipendentemente da quello che andremo a fare. La sua persistenza è di circa 3-4 ore. Va fatto presente anche il fatto che dipende moltissimo dal nostro pH della pelle, come cambia la fragranza e per quanto tempo possiamo avvertirla, quindi la scelta dipende anche da questo fattore.

Avete mai fatto caso al fatto che la stessa fragranza in versione EDT, EDP e Parfum cambia leggermente? Questo dipende dalla decisione di rendere più leggeri o più intensi gli accordi, di far emergere di più questa o quella nota. Interessante vero?  Non vi resta che entrare in profumera e sperimentare su qualche mouillette, ad ognuno la sua fragranza! 😉

FOCUS SULLE FRAGRANZE DA SPERIMENTARE NELLE DIFFERENTI VERSIONI EDT, EDP:

n°5 di Chanel; For Her di Narciso Rodriguez; Shalimar di Guerlain.