L’Angelica piovuta dal cielo

Angelica di Boemia, Angelica domestica, Erba degli angeli, Ceciel, Bragosse selvadeghe, Angelica odorata, Mala erba, Angelica… in qualsiasi modo vogliate chiamarla, il risultato sarà sempre lo stesso: una grande pianta coltivata o spontanea, erbacea, biennale che arriva a oltre un metro e mezzo.

Le sue foglie sono alterne, a segmenti, con il margine dentellato; ha le terminali con 3 lobi.  I fiori dell’Angelica (o Arcangelica) sono di un verde giallognolo, raccolti in ombrelle composte. Involucro pari all’ombrella, a 3-5 foglioline. Cinque denti per il calice. Cinque petali, ellittici e curvi all’interno. Carpelli a 5 coste. Tutto sembra ricondurre al numero Cinque dunque! Associato all’atto di sperimentare, alla conoscenza concreta dei fatti, del cambiamento… e nella mitologia greca associato ad Hermes che guidava i trapassati nel regno dei morti.

Qualche studioso sostiene che masticare la radice di Archangelica assicuri la longevità e di sicuro il suo nome ci porta a crederlo. I medici del Rinascimento soprannominarono questa pianta Angelica “Radice dello Spirito Santo” per le sue straordinarie proprietà curative verso le malattie più gravi. Anche nella magia come per spezzare incantesimi o liberare i fatturati o negli esorcismi l’Archangelica era utilizzatissima.

Paracelso un grande medico e grande ermetista ci narra che, durante la peste del Cinquecento, moltissimi italiani si salvarono grazie alla polvere di Angelica mescolata al vino. Erba che esalta la pace ed elimina l’agitazione, il suo odore leniva il mal di capo e la depressione. In Lapponia addirittura si usava posare una corona di Angelica sul capo per ritrovare la perduta ispirazione.

È detta Angelica Arcangelica, perché considerata una pianta venuta dal cielo e dagli angeli. Fiorisce tra giugno e agosto e la sua potenza terapeutica è maggiore quando domina il sole, il leone, il cancro e venere. 

Varie sono le possibilità di impiego di questa erba miracolosa, sia usata come semplice infuso sia elaborata in particolari ricette specifiche, atte allo scopo di favorire il vostro lato passionale.

Ottimo, ad esempio, il “Vino tonico”, preparato lasciando macerare per una settimana, in un litro di vino rosso 30 grammi di radice di Angelica e 20 grammi di radice di Genziana. Se bevuto in dose di un bicchiere da marsala all’inizio del pasto conferisce vigore e  buona digestione. Leggenda narra che Annibal Camoux, che morì a 120 anni, masticasse ogni giorno radice di Angelica. Molto gradevole al gusto e, quindi, gradito alle signore il Liquore di Angelica che si prepara con:

    • Steli verdi di Angelica 45 grammi
    • Acquavite 1 litro e 250 cc.
    • Acqua 750 cc.
    • Zucchero 1 Kg.

E per chi non lo sapesse l’Angelica è molto utilizzata anche nell’industria profumiera attraverso il suo olio di radice, i suoi semi e parte del fiore stesso. L’Angelica ha una nota di testa molto forte che si percepisce subito all’olfatto, ma assieme a questo componente ha anche in sé note di cuore e di base. Se l’olio essenziale è estratto dalla radice il suo odore sarà legnoso, speziato, con una nota di torba; se estratto dai semi sarà simile a quello dell’anice.

 FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO ANGELICA:

Nuit Etoilée di Annick Goutal; John Galliano Eau de Parfum; Charles street di Mark Birley; La Prairie by Life Threads; Sexy Angelic di Honore des Pres; Ariel di Sammarco Perfumes; Casbah di Robert Piguet; London Rain & Angelica di Jo Malone.