IL FASCINO DELL’IMMORTELLE

“Quand on est jeune, on est inconscient, on se sent immortel.”

“Abbiamo passato una gioventù spensierata sentendoci immortali.”

Se anche a noi bastassero i raggi del sole  per regalarci la bellezza eterna, potremmo dire addio a creme, cure, chirurgia estetica e qualche complesso in più.

Potrebbe invece bastarci un profumo, un odore, un fiore… un’essenza che sulla pelle ci dia l’impressione – soprattutto appena vaporizzata – di camminare a piedi nudi sulle nuvole.

Sto parlando di quello che i francesi chiamano Immortelle. L’Elicriso.

L’ Elicriso prende nome dai termini greci “helios” = sole e “Chrysos” = oro, per l’intenso color oro dei fiori che brillano alla luce del sole. I sacerdoti greci e romani lo apprezzavano tanto che usavano incoronare le statue degli dei con questi fiori che possiedono anche un’altra particolarità: pur diventando secchi non si decompongono mai, resistendo nel tempo con grande brillantezza. Da qui è intuibile il perché di questo soprannome.

Questa piantina spontanea con base legnosa, alta circa 40 cm, è molto resistente sia al vento che alla siccità, per questo il suo portamento tende leggermente al terreno, dove forma fitte nuvole di odore.

I fiori, di un giallo oro luminoso, emanano quel particolare profumo aromatico ed intenso che caratterizza la Sardegna da molto tempo ed è noto ai turisti come agli abitanti.

L’elicriso è conosciuto anche col nome di “semprevivo” è soprattutto capace di garantire una lunga durata. La fitta peluria grigio argentea che ricopre i rametti e le foglioline non solo da loro un aspetto vellutato, ma li protegge dalle condizioni avverse del clima, dal torrido calore estivo e dalla siccità dei siti rocciosi e aridi in cui esso vive. 

Le antiche massaie sarde mettevano mazzi di fiori di questa pianta all’interno delle loro case perché il profumo di questa pianta in quei tempi costituiva un “deodorante” naturale; il caratteristico profumo di questa pianta, con la sua forte intensità, impregnava abbigliamento e pelle dei pastori sardi, che lo portavano a casa rientrando dalla campagna.

L’ Elicriso è dorato, come i capelli di quella bellissima ninfa che, come narra la leggenda, era follemente innamorata di un Dio ma ahimè, non corrisposta; la pietà degli Dei fece si che prima di morire fosse trasformata in elicriso. Il suo profumato fiore simbolizzava la costanza.

Una curiosità? Un antico rituale scaramantico, per favorire gli incontri matrimoniali, garantiva che preparato e lasciato essiccare un mazzetto di elicriso per tutto l’anno, e poi fatto bruciare in un falò durante la notte di San Giovanni, presto avrebbe fatto incontrare l’anima gemella. Romantico no?

rituali – odori – credenze – sapori

Del contemporaneo Elicriso oggi si utilizza soprattutto “l’olio essenziale”, ricavato per distillazione in corrente di vapore dei fiori freschi e delle sommità fiorite. Il prodotto ha trovato un ottimo utilizzo nel comparto della dermocosmesi funzionale per le proprietà eudermiche ed anti-aging. Un fiore miracoloso!

Vi lascio con un antico proverbio – ogni tanto ci vuole – che dice:

“Di fortuna resti intriso, chi si adorna di elicriso”

FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO ELICRISO:

AMBRA NOBILE DI MD FRAGRANCE; INTERLOUDE WOMAN DI AMOUAGE; CITIZEN QUEEN DI JULIETTE HAS A GUN; FINISTERRE DI MARIA CANDIDA GENTILE; INFANTA EN FLOR DE ARQUISTE; AQUA MOTU DE COMPTOIR SUD PACIFIQUE.

I love chocolate! Il profumo del cioccolato

“[…] Proviamo a percepire l’odore del contenuto, non appena aperta la confezione. Quale messaggio arriva alle narici? Sprofondiamo nella sensazione dell’aroma e osserviamo il colore, la forma, le sfumature del cioccolato tra le nostre mani. Ascoltiamo il suono della tavoletta mentre ne fratturiamo un pezzetto e lo mettiamo in bocca. Quanta forza abbiamo calibrato tra le dita?”

M.Williams

Il solo nome ci fa sorridere e sentirlo pronunciare già provoca la così detta “acquolina in bocca”. Il cioccolato – Theobroma cacao «nutrimento per gli dei» – era solo una bevanda. Oggi pur potendone apprezzare le innumerevoli qualità nelle centinaia di formati in commercio e i migliaia di accostamenti con altri aromi, il cioccolato conserva ancora in sé quel mistero che lo rende celestiale. Il suo segreto non sta tanto nella materia prima, ma nella sua armonica miscelanza di aromi. La cosa incredibile è che in particolare l’odore ha un effetto potentissimo sulla nostra mente, ancor prima del sapore stesso.

Parlando del profumo di cioccolato a quanto pare, secondo gli studi chimici dell’American Chemical Society «Per un aroma di cacao di buona qualità, occorrono solo 25 dei quasi 600 composti volatili presenti nelle fave di cacao», dice il professor Schieberle della Technische Universität München di Monaco di Baviera, autore dello studio. È incredibile crederci ma pare che i componenti del suo profumo, presi uno ad uno, abbiano poco a che fare con il cacao e siano aromi come patate fritte, frutta come pesche e miele e addirittura carne cotta… grassi di manzo, cavolo, l’odore di terra, di cetrioli arrivando persino al sudore umano.

Quindi quando ci troviamo di fronte ad una mirabolante tazza di cioccolato fumante, o quando annusiamo il profumo di una crema corpo all’aroma di cacao non stiamo annusando una sostanza singola, ma una miriade di odori insieme! I ricercatori hanno mappato i diversi aromi e li hanno messi insieme per testare il mix finale, scoprendo la presenza di elementi olfattivi insospettabilmente in grado di darci la percezione complessiva del cioccolato.

L’odore del cioccolato crea un’atmosfera di rilassatezza e induce benessere fisico. La cioccolata è un alimento sensuale che stimola come sappiamo la produzione di endorfina, sostanza euforizzante e antidepressiva. Ecco perché con il suo profumo ci aiuta  a gustare la vita nel suo momento. Il profumo del cacao per esempio è adatto alle persone che peccano di esagerata serietà ed intransigenza con se stessi.
L’effetto diciamo sensuel del profumo di Cioccolata è dovuto alla sua presenza nella nostra memoria olfattiva con le emozioni piacevoli procurate dai dolciumi, creme e gelati di cui i dolci aromi del cacao e della vaniglia sono spesso la componente principale ed anche perché il suo profumo ci riporta indietro alla fase in cui il neonato scopre la vita attraverso sensazioni che sente circondare il suo corpo… pensate solo al profumo di talco!

Quindi la prossima volta che vi entrerà nelle narici l’odore di cioccolato, saprete perché lo amerete ancora… un mix di frammenti olfattivi e di aromi che rappresentano piccoli piaceri della vita e che in quel momento, cambieranno il vostro stato d’animo.

L’Angelica piovuta dal cielo

Angelica di Boemia, Angelica domestica, Erba degli angeli, Ceciel, Bragosse selvadeghe, Angelica odorata, Mala erba, Angelica… in qualsiasi modo vogliate chiamarla, il risultato sarà sempre lo stesso: una grande pianta coltivata o spontanea, erbacea, biennale che arriva a oltre un metro e mezzo.

Le sue foglie sono alterne, a segmenti, con il margine dentellato; ha le terminali con 3 lobi.  I fiori dell’Angelica (o Arcangelica) sono di un verde giallognolo, raccolti in ombrelle composte. Involucro pari all’ombrella, a 3-5 foglioline. Cinque denti per il calice. Cinque petali, ellittici e curvi all’interno. Carpelli a 5 coste. Tutto sembra ricondurre al numero Cinque dunque! Associato all’atto di sperimentare, alla conoscenza concreta dei fatti, del cambiamento… e nella mitologia greca associato ad Hermes che guidava i trapassati nel regno dei morti.

Qualche studioso sostiene che masticare la radice di Archangelica assicuri la longevità e di sicuro il suo nome ci porta a crederlo. I medici del Rinascimento soprannominarono questa pianta Angelica “Radice dello Spirito Santo” per le sue straordinarie proprietà curative verso le malattie più gravi. Anche nella magia come per spezzare incantesimi o liberare i fatturati o negli esorcismi l’Archangelica era utilizzatissima.

Paracelso un grande medico e grande ermetista ci narra che, durante la peste del Cinquecento, moltissimi italiani si salvarono grazie alla polvere di Angelica mescolata al vino. Erba che esalta la pace ed elimina l’agitazione, il suo odore leniva il mal di capo e la depressione. In Lapponia addirittura si usava posare una corona di Angelica sul capo per ritrovare la perduta ispirazione.

È detta Angelica Arcangelica, perché considerata una pianta venuta dal cielo e dagli angeli. Fiorisce tra giugno e agosto e la sua potenza terapeutica è maggiore quando domina il sole, il leone, il cancro e venere. 

Varie sono le possibilità di impiego di questa erba miracolosa, sia usata come semplice infuso sia elaborata in particolari ricette specifiche, atte allo scopo di favorire il vostro lato passionale.

Ottimo, ad esempio, il “Vino tonico”, preparato lasciando macerare per una settimana, in un litro di vino rosso 30 grammi di radice di Angelica e 20 grammi di radice di Genziana. Se bevuto in dose di un bicchiere da marsala all’inizio del pasto conferisce vigore e  buona digestione. Leggenda narra che Annibal Camoux, che morì a 120 anni, masticasse ogni giorno radice di Angelica. Molto gradevole al gusto e, quindi, gradito alle signore il Liquore di Angelica che si prepara con:

    • Steli verdi di Angelica 45 grammi
    • Acquavite 1 litro e 250 cc.
    • Acqua 750 cc.
    • Zucchero 1 Kg.

E per chi non lo sapesse l’Angelica è molto utilizzata anche nell’industria profumiera attraverso il suo olio di radice, i suoi semi e parte del fiore stesso. L’Angelica ha una nota di testa molto forte che si percepisce subito all’olfatto, ma assieme a questo componente ha anche in sé note di cuore e di base. Se l’olio essenziale è estratto dalla radice il suo odore sarà legnoso, speziato, con una nota di torba; se estratto dai semi sarà simile a quello dell’anice.

 FOCUS SULLE FRAGRANZE CHE CONTENGONO ANGELICA:

Nuit Etoilée di Annick Goutal; John Galliano Eau de Parfum; Charles street di Mark Birley; La Prairie by Life Threads; Sexy Angelic di Honore des Pres; Ariel di Sammarco Perfumes; Casbah di Robert Piguet; London Rain & Angelica di Jo Malone.