Anche le molecole hanno un cuore

Stereochimica.

A quanto pare secondo non recentissimi studi (fine anni 50) dello scienziato J.Amoore, sarebbero la geometria e la dimensione della molecola a generare l’odore; la particolare forma delle molecole andrebbe a coincidere perfettamente con i recettori olfattivi provocando l’impulso nervoso che si dirige dritto al cervello. Questo afferma la stereochimica. Ci sarebbero sette classi di odori primari dai quali discenderebbero per combinazione tra essi, tutto il resto che c’è da annusare. Addirittura successivamente si rincondurrà la sensazione olfattiva anche alla vibrazione della molecola stessa.

Ma appreso questo, la molecola ha un cuore? Riconduciamo tutto ad una spiegazione scientifica: reazioni, combinazioni, impulsi, polarità… ma mi sono chiesta dov’è la poesia dell’odorare in tutto questo? Perché lo chiamiamo odorare e non semplicemente respirare? Forse dovremmo accostare la poesia dell’annusare a come queste combinazioni-reazioni avvengono, voglio dire… può esserci della “magia” anche in questo. Se così vorremmo chiamarla.

odorare v. tr. e intr. [dal lat. odorari «sentir odore, fiutare l’odore»] (io odóro, ecc.).tr. Fiutare qualche cosa per sentirne l’odore: o. un fiore, un profumo; odora questo latte, mi sembra acido; con uso assol.: Un alber … Con pomi a odorar soavi e buoni (Dante), cioè che, se odorati, emanano un soave profumo. fig., non com. Avere sentore di qualche cosa, indovinare da qualche indizio, intuire (cfr. i più com. subodorare e fiutare): odorò subito le mie segrete intenzioni; o. il vento infido, fiutare un pericolo, capire che non spira aria buona (per un’interpretazione scherzosamente arbitraria con cui è citato da Manzoni nel cap. XI dei Promessi Sposi il verso di T. Grossi «Leva il muso, odorando il vento infido», nel quale invece l’espressione, riferita a un lupo, è usata in senso proprio).

intr. (aus. avere) Mandare odore, produrre sensazioni odorose: senti come odorano queste rose; con determinazione: o. di violetta, di garofano; biancheria che odora di pulito.

Così se ci accostiamo ad un fiore per odorarlo, non è per l’atto in sé, ma perché evidentemente si crea un legame invisibile tra noi e quel fiocco di petali.

A parte tutta la chimica che avviene dentro di noi, l’intento fa la differenza. Entriamo in rapporto con la realtà stessa anche se si tratta di odori sgradevoli, forse devono avvertirci di qualcosa.

Le molecole contenute in quel fiore hanno un cuore probabilmente, non come l’intendiamo noi di sicuro, ma certamente madre natura ha saputo creare con arte anche questo passaggio. Nel semplice atto dell’annusare c’è di più che incamerare aria, percepire e vivere un aroma è più di una vibrazione o una dimensione molecolare, basterebbe immaginare questo scientifico tremore in una danza che ipnotizza i nostri recettori olfattivi e ci fa preferire una scìa aromatica piuttosto che un’altra. Basterebbe non considerare la chimica come un nemico, ma anzi come uno strumento necessario per compiere piccole magie, come fosse una bacchetta magica.