Siamo così assuefatti dal nostro odore corporeo da ignorarlo completamente, ma il nostro odore è la nostra firma chimica.
Lo sapevate che i nostri abiti rimangono impregnati dalle nostre orme olfattive per cinque anni? Pensare di lasciare una scìa naturale in ogni luogo dove siamo presenti fa riflettere, il mondo è dunque colmo di tutti gli odori dei suoi abitanti è come un cocktail di orme odorose e noi stessi siamo dispensatori di molecole che sanno di noi! Trattasi di un complesso di molecole che si trova sulla superficie delle cellule del corpo umano, assolutamente individuale e che aiuta l’organismo a difendersi dagli attacchi esterni di agenti patogeni. Simili a quelle che gli animali utilizzano per scegliere i loro compagni. Per la prima volta, un gruppo di biologi tedeschi ha dimostrato che, attraverso analisi di risonanza magnetica funzionale, il nostro cerebro è in grado di riconoscere l’odore della propria pelle, distinguendolo dagli odori degli altri individui, in base alla combinazione di un particolare insieme di proteine: l’Mhc (Complesso Maggiore di Istocompatibilità).
E qui ritorniamo al discorso delle famose “NR – Nose Relations” (Se non lo avete fatto vi consiglio di leggere il post): meccanismi che influenzano l’olfatto nelle nostre preferenze sociali e sessuali; da uno studio pubblicato qualche mese fa su Proceedings of the Royal Society B, è emerso che si preferisce indossare un profumo similare al quello naturale emesso dal proprio corpo, sugli altri si tende invece alla ricerca della diversità, come dimostrato da uno studio del 1995, lo Sweaty T-shirt study (Studio della T-shirt sudata), molte delle donne che annusavano alcune magliette indossate per due giorni da uomini differenti, privilegiavano l’odore di quelli con molecole MHC diverse dalle proprie. Mentre esse inspiravano gli odori, venivano scattate “fotografie” al cervello tramite risonanza. Quest’analisi ha valutato l’attività di aree cerebrali selezionate che venivano sollecitate dall’inalazione dei profumi. E’ quindi emerso che che c’è una nettissima differenza nella risposta tra lo stimolo olfattivo che contiene le molecole proprie e quello che non le contiene. E c’è una peculiare area del cervello che viene “attivata” soltanto dalle molecole medesime alle proprie. Incredibile!
Quando si dice… “Andare a naso” non si va poi tanto lontano da quella che è l’effettiva realtà dei fatti allora. Se nel nostro linguaggio occidentale quello che effettivamente manca è un vocabolario olfattivo per indicare gli odori che cogliamo, ci pensa in buona parte l’istinto. Questo mi fa riflettere su di un punto: tutto è materia olfattiva, lo siamo noi, la natura che ci circonda, gli animali, perfino gli oggetti… tutti facciamo parte di un disegno odoroso e ne emerge un’architettura incosciente profondissima. Per questo è così difficile, se non impossibile a volte, descrivere quello che annusiamo. Il nostro cervello registra l’odore ma lo etichetta come “inclassificabile” per via della nostra preferenza visivo-acustica.
Ci mancano le parole per descrivere ciò che sentiamo, il nostro corpo però in armonia con l’Universo intero agisce spontaneamente in maniera inconscia e crea collegamenti inaspettati… ma tutto è un quadro di profumi e noi siamo ogni singolo colore annusabile che compone il mondo.