Naso, naso delle mie brame

…come distinguere un profumo tra il ciarpame?

O meglio… indovina indovinello cos’arriverà per primo al mio cervello??

Questo piccolo delirio come incipit non è, come evidentemente potrebbe apparire, un vaneggiamento e basta, è molto di più. È frutto di un attimo di folle riflessione che mi affligge tutte le volte che entro in una qualsiasi profumeria, o quando sfoglio una rivista, o quando sento parlare tante persone. Chiamasi scheggia riflessiva. (Ve la ricordate no? la scheggia già citata nel mio post “Effetto Dior Homme”) Un attimo di malignità che mi concedo di tanto in tanto quando qualcosa mi disgusta profondamente, oppure quando si parla di ricolo. Ora mi spiego meglio spiegandovi il folle esordio (scusate il gioco di parole):

Naso, naso delle mie brame… –> la nostra vanità alle volte supera l’istintualità.

…come distinguere un profumo tra il ciarpame? –> è palese che siamo circondati da prodotti scadenti o per lo meno sopravvalutati

indovina indovinello cos’arriverà per primo al mio cervello? –> cosa ci spinge ad acquistare e perché ne esce quasi sempre il vincitore la parte errata di noi stessi

È il cuore che deve amare… perché è l’emozione che dovremmo ricercare in tutto questo, non solo quella che probabilmente scambiamo con l’euforia del momento, quella vera… quella che invade lo spirito intendo. Il cervello aiuterà a completare… attraverso i ricordi, attraverso l’elaborazioni d’immagini frammentarie, un respiro mistico e cerebrale e la decisione finale dell’acquistare.

Cos’è che ci manda fuori strada? La pubblicità? Il marketing non convenzionale? La società in cui viviamo? Sì, un minestrone di tutto questo. Non si fa altro che parlare di grandi gruppi, di brand, licenze di vendita, industrie chimiche… si si va bene, tutto questo è necessario è fuor dubbio ma a mio parere è l’approccio che si ha, gli effetti che si ottengono post- acquisto compulsivo quello che va a danneggiare il nostro vero rapporto con una fragranza. Non c’è ricerca, non c’è cura nella selezione… solo un blando istinto shopaholico dato nella maggioranza dei casi da un’ADV vista 10 minuti prima nella sala d’attesa del dentista. Non c’è personalità qui, non c’è un vero legame, non c’è un vero e proprio motivo-emotivo che ci spinge verso un bouquet fiorito… o piuttosto verso un legno.

I media agiscono subdolamente, i gruppi finanziari acquistano brand di fragranze per motivi a 6 o più cifre, noi non abbiamo neanche 10 minuti in più o qualche visita in più per scegliere l’odore che più si adatta alla nostra pelle…. allora? Vogliamo sminuire un momento così intimo?

A volte immagino le essenze come forme vive, non per forza animali o umane… ma forme vive che vibrano nell’aria che producono calore o altro. Il mondo è una risorsa immensa di aromi, potremmo sfruttarlo ogni singolo respiro.

Scritto questo… per scegliere una fragranza oltre che ad essere curiosi, vi consiglio di spruzzare due volte una mouillette, aspettare 15-20 secondi prima di annusare, chiudete gli occhi ed inspirate lentamente con le labbra socchiuse. Se questa fragranza vi attrae spruzzatene sulla pelle ed uscite dal negozio, dovete tornare a casa inspirando ad intervalli di tempo quello che c’è sulla vostra pelle. Se vi piacerà come si trasformerà, sarà lei la vostra fragranza. Altrimenti dedicate una seconda, una terza visita… o anche più. Un altro suggerimento che potrei dare è quello di essere aperti anche ad aromi che  possono non esservi piaciuti in passato, appunto perchè si tratta di passato… potrebbe il presente essere diverso come voi anche per loro.